Naufragio della Costa Concordia: la nave potrebbe essere affondata per un “gioco”
Sull'Isola del Giglio si è sperato, fino all'ultimo, che nessuno ci rimettesse la vita dopo il naufragio della Costa Concordia. Il salvataggio di diverse persone, tra cui una coppia di neo-sposi coreani, aveva diffuso ottimismo, smorzato, però, dal ritrovamento di due anziani da parte di due sommozzatori della Guardia Costiera i quali hanno cercato di raccontare, con tono professionale, la situazione che si è mostrata ai loro occhi. Le ricerche proseguono difficoltosamente, poiché persino le torce subacquee non riescono a penetrare gli abissi in cui la Concordia sta lentamente affondando. La nave, infatti, potrebbe scivolare nelle acque torbide degli abissi.
I soccorritori hanno creato un piccolo buco nella vetrata antisfondamento del ristorante, sul ponte numero tre. Il cunicolo era talmente stretto che si sono spogliati delle loro bombole, per poi indossarle nuovamente una volta entrati nell'acqua gelida. Sedie, tavoli e oggetti vari ostacolano il passaggio dei soccorsi e complicano, ulteriormente, le procedure di salvataggio e/o recupero di corpi. Diversi cadaveri galleggiavano, a poca distanza l'uno dall'altro, sotto la scritta "meeting point": tra questi c'era Giovanni Masia, un uomo di 86 anni, che aveva deciso di concedersi questa crociera, dopo il primo viaggio che aveva fatto, in occasione della sua luna di miele avvenuta circa cinquant'anni fa, Guillermo Gual, uno spagnolo che amava tanto l'Italia.
I sommozzatori credono che tra i mobili ammassati possano nascondersi altre vittime: sull'Isola del Giglio, in queste ore, corrono delle voci, che farebbero luce su una realtà alquanto sconcertante. La capitaneria di porto, infatti, si sarebbe da subito allarmata, prima che la tragedia si compiesse: l'agitazione, però, sarebbe stata scemata dalle comunicazioni col vascello, dal quale sarebbe stato dichiarato che tutto stava procedendo nel verso giusto. Alcune donne del posto avrebbero esclamato questa frase: "Tutto questo per un favore": un'esclamazione che forse ora potrebbe trovare un senso e spiegare la folle manovra di avvicinamento compiuta dal comandante Schettino e che ha condotto la nave al naufragio.
L'annuncio fatto a bordo, dunque, non accennava all'Isola del Giglio, rappresentando, semplicemente l'applicazione di un codice di cortesia interno all'equipaggio. "L'imperdonabile leggerezza del comandante", queste le parole Francesco Varusio, procuratore capo di Grosseto, nei confronti di Schettino, il quale, venerdì sera, ha chiamato sul ponte di comando Tievoli, figlio del parrucchiere del Giglio, al quale avrebbe detto: "Antonello vieni a vedere, che stiamo sopra al tuo Giglio". L'uomo, però, una volta affacciatosi si è accorto che l'imbarcazione era troppo vicina agli scogli, nonostante non avesse particolari competenze. "Attenti, che siamo vicinissimi alla riva", queste le parole rivolte al comandante, il quale, per un "inchino", è diventato protagonista di uno dei naufragi più disastrosi della storia italiana.