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Naufragio Cutro, sequestrati pc e cellulari a Frontex, Guardia Costiera e Gdf per mancati soccorsi

La Procura di Cutro ha firmato un decreto di sequestro negli uffici di Frontex, Guardia di Finanza e Capitaneria di Porto per il naufragio costato la vita a 94 persone e 30 dispersi avvenuto a Cutro il 26 febbraio scorso. Lo scopo dell’indagine è quella di venire a capo di contraddizioni ed eventuali omissioni che hanno portato alla strage.
A cura di Gabriella Mazzeo
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L'inchiesta sui mancati soccorsi per il naufragio di Cutro, avvenuto il 26 febbraio scorso, è arrivata a una svolta. Come anticipato dal quotidiano La Repubblica, la Procura di Crotone ha deciso di iscrivere nel registro degli indagati i primi nomi e di firmare un decreto di sequestro negli uffici di Frontex, Capitaneria di Porto e Guardia di Finanza.

Sono stati portati via i computer e i cellulari nei quali, secondo chi indaga, potrebbero trovarsi indicazioni utili alla ricostruzione dei fatti. La Procura intende venire a capo di contraddizioni e omissioni relative al naufragio. Finora, a passarsi la palla della responsabilità sono state Frontex e il governo italiano. 

Secondo quanto scritto dal quotidiano, l'agenzia europea per il controllo dei confini che segnalò l'imbarcazione, non avrebbe fornito tutta la documentazione, a cominciare dal tracciato dell'aereo che, dopo aver avvistato il caicco, avrebbe fatto diversi giri concentrici sul barcone prima di tornare a terra senza esplicitamente sollecitare il soccorso alle autorità italiane che così non aprirono l'operazione di soccorso e ricerca.

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Subito dopo il naufragio costato la vita a 94 persone (anche se 30 risultano "disperse"), la Procura non aveva ritenuto di aprire un filone di indagini sui mancati soccorsi al barcone intercettato fa Frontex e trattato dalle autorità italiane come un'operazione da assegnare alla polizia e non un intervento di ricerca e soccorso. Successivamente, però, sarebbero venute fuori le prime contraddizioni.

Dopo aver valutato i documenti e le relazioni di servizio scritte a mano dagli operatori che quella notte ricevettero la comunicazione di Frontex senza però andare in soccorso al barcone, la Procura di Crotone ha deciso di aprire un altro filone di inchiesta finora contro ignoti.

Adesso la svolta sulle indagini, con i nuovi accertamenti della Procura che tendono a verificare se le persone in servizio quella notte abbiano agito nella consapevolezza di trovarsi davanti a un naufragio.

Le autorità stanno indagando su possibili omissioni degli apparati italiani e di Frontex, che per mesi ha sottolineato di aver segnalato subito l'imbarcazione in difficoltà lasciando però all'Italia la decisione su se e come intervenire.

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