Naufragio Bayesian, il comandante James Cutfield fa scena muta davanti ai pm: “È molto provato”
Il comandante del Bayesian James Cutfield ha fatto scena muta oggi davanti ai pm che lo interrogavano sui molti punti oscuri del naufragio del veliero costato la vita a sette persone delle 22 a bordo nella notte tra domenica 18 e lunedì 19 agosto. Il comandante dell'imbarcazione affondato a Porticello, in provincia di Palermo, infatti si è avvalso della facoltà di non rispondere davanti alle domande dei magistrati di Termini Imerese che avevano deciso di interrogarlo nel pomeriggio di martedì.
Il 51enne neozelandese ha accolto le indicazioni dei suoi avvocati italiani, Giovanni Rizzuti di Palermo e Aldo Mordicchia di Genova, e ha deciso che risponderà solo in un secondo momento, dopo aver visionato quali elementi ha l'accusa nei suoi confronti. "James Cutfield è molto provato da tutta questa vicenda ma è deciso a difendersi dalle accuse che gli vengono rivolte dalla Procura" hanno spiegato i legali.
Cutfield in precedenza aveva parlato informalmente con gli inquirenti della Capitaneiria di porto e con lo stesso pm, che lo ha sentito tre volte, raccontato di non essersi accorto in tempo della tempesta. L'interrogatorio di oggi, iniziato alle ore 15, è terminato però presto, dopo che il sostituto procuratore Raffaele Cammarano e gli altri pm gli hanno letto i capi di imputazione.
La sua versione dei fatti è ora al vaglio degli inquirenti che intendono ricostruire minuto per minuto cosa è accaduto prima e dopo l’affondamento del Bayesian. Il comandante del Bayesian resta l'unico indagato nell‘inchiesta per naufragio e omicidio colposo ma l'indagine presto potrebbe allargarsi anche agli altri membri dell’equipaggio. Secondo indiscrezioni, dalla Procura sarebbero in arrivo nuovi avvisi di garanzia per i colleghi di Cutfield, in primis il suo vice, il primo ufficiale Tijs Koopman.
Ieri i magistrati hanno interrogato di nuovo tutti i membri dell'equipaggio e sarebbero stati fatti i primi passi per l'inscrizione nel registro degli indagati di altre persone. Si tratta di un passo dovuto viste le finalità dell'inchiesta che cerca di capire se siano stati commessi errori da parte dell'equipaggio. In questo modo infatti si dà agli indagati la possibilità di nominare consulenti e periti di parte per partecipare agli atti irripetibili come le perizie tecniche e quelle medico legali, a partire dalle autopsie sulle sette vittime del naufragio.