Naufragio a Palermo, bolla d’aria nello yacht Bayesian ultima speranza per i familiari dei dispersi
Dopo il ritrovamento di due corpi sono ormai pressoché nulle le speranze di trovare ancora in vita i quattro dispersi nell'affondamento del mega yacht Bayesian, al largo della palermitana. Le residue – e davvero minime – possibilità che vi siano superstiti a due giorni dal naufragio – che potrebbe essere stato causato da un errore umano – sono legate all'ipotesi – remotissima – che nello scafo possa essersi formata una bolla d'aria. Lo riportano i media britannici, riprendendo un'ipotesi evocata come possibile nelle loro ricostruzioni dai "soccorritori italiani".
Ipotesi che – va precisato – è considerata improbabile da alcuni esperti, in un clima di prevalente rassegnazione sul destino dei naufraghi: il magnate Mick Lynch, armatore dello yacht, e sua figlia, nonché il presidente di Morgan Stanley International, Jonathan Bloomer, e sua moglie, tutti e quattro cittadini britannici, e l'avvocato americano Christopher Morvillo (legale di Lynch) con la consorte. Un fratello di Bloomer, Jeremy, intervistato dalla Bbc, rifiuta in ogni caso di arrendersi al peggio, almeno fino a quando i corpi dei naufraghi non saranno recuperati.
L'operazione dei subacquei è una procedura inevitabilmente "lenta", ha riconosciuto Jeremy Bloomer. "Potrebbero formarsi sacche di aria, ma non lo sappiamo – ha poi aggiunto -. Per questo è ancora tempo di aspettare e sperare, tenendo le dita incrociate".
Perché nel Bayesian potrebbero essersi formate delle sacche d'aria
Secondo Nick Sloane, ingegnere che ha lavorato alle operazioni di recupero della Costa Concordia dieci anni fa, la speranza che si sia creata una sacca d'aria nel Bayesian è teoricamente possibile, perché nelle navi che affondano l'acqua riempie lo scafo e spinge l'ossigeno verso la superficie. "Se lo yacht è appoggiato su un lato, potrebbe avere più sacche d'aria rispetto a quando è in posizione verticale. Ha una chiglia piuttosto grande, e questo la farà deviare e farla girare su un lato, ne sono sicuro", ha detto l'ingegnere.
Il precedente: naufrago sopravvisse tre giorni in una sacca d'aria
A patto che la sacca d'aria sia sufficientemente estesa, un passeggero intrappolato potrebbe riuscire a galleggiare o a stare in piedi nella propria cabina con abbastanza aria da respirare per diversi giorni. D'altro canto è già successo: nel 2013, un rimorchiatore affondò per 30 metri sul fondale marino a circa 20 miglia dalla costa della Nigeria, uccidendo 11 dei 12 membri dell'equipaggio. Tuttavia, lo chef della nave, Harrison Okene, 29 anni, riuscì a raggiungere una zona con una sacca d'aria, dove sopravvisse per tre giorni, finché i sommozzatori non lo trovarono tra il relitto. Okene non solo sopravvisse allatragedia, ma lo fece con complicazioni di salute molto limitate e in seguito diventò un sub professionista.