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Nato con gravissimi danni per errori nel parto, ospedale condannato 20 anni dopo a risarcire un milione

Dopo una prima sentenza in cui i giudici avevano negato il risarcimento ai parenti del giovane, ora la seconda sezione civile della Corte d’appello di Palermo ha condannato l’Azienda ospedaliera Civico a risarcire con oltre 1,1 milioni di euro i genitori del ragazzo.
A cura di Antonio Palma
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Immagine di repertorio
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Nato con gravissimi danni durante il parto, ha dovuto attendere ben venti anni prima che un tribunale riconoscesse il nesso di causalità tra errori medici e la sua condizione, condannando l'azienda ospedaliera a risarcire i familiari. I fatti oggetto della sentenza risalgono al 2004 quando all'ospedale Civico di Palermo il bambino, che oggi ha 20 anni, venne al mondo dopo un difficilissimo parto, riportando fratture e danni neurologici permanenti.

Per quei danni fisici al bambino, ora ragazzo, è stata già riconosciuta una invalidità del 75 per cento ma i genitori hanno trascinato in Tribunale l'ospedale palermitano, chiedendo un risarcimento del danno. Dopo una prima sentenza in cui i giudici avevano negato il risarcimento ai parenti del giovane, ora la seconda sezione civile della Corte d’appello di Palermo ha condannato l’Azienda ospedaliera Civico a risarcire con oltre 1,1 milioni di euro i genitori del ragazzo. Come stabilito dal tribunale del capoluogo siciliano, infatti, i problemi di salute che ha dovuto affrontare e affronta ora il ventenne è dovuto a una serie di errori commessi, secondo i giudici, dai sanitari prima e durante il parto.

Fondamentale per la sentenza di secondo grado è stata la consulenza dei periti, acquisita in corte d’appello. Secondo la perizia, infatti, ci sarebbero state una serie di gravi negligenze da parte dei sanitari che gestirono tutte le fasi del travaglio e del parto della paziente, avvenuto nel dicembre del 2004 quando diede alla luce il piccolo con gravi danni.

Con la stessa sentenza i giudici hanno condannato anche la società assicuratrice dell'ospedale, in persona del legale rappresentante pro tempore, a rivalere l’Azienda ospedaliera per ogni somma pagata in forza della sentenza, nei limiti della franchigia contrattuale.

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