Natisone, “Qualcuno ci crede supereroi?”. La rabbia dei Vigili del Fuoco dopo la tragedia
"Veramente qualcuno ci crede supereroi?". È lo sfogo diffuso ieri, giovedì 6 giugno, dalla Funzione Pubblica Cgil dei Vigili del Fuoco dopo le polemiche sui tempi di intervento dei soccorritori chiamati a salvare la vita a Patrizia Cormos, Bianca Doros e Cristian Casian Molnar, i tre ragazzi travolti la scorsa settimana dalla piena del fiume Natisone. I corpi delle due donne sono stati trovati domenica scorsa a poche centinaia di metri di distanza dal luogo in cui erano state viste l'ultima volta, mentre proseguono ancora le ricerche dell'uomo. La domanda che da più parti ci si sta ponendo è se i tre avrebbero potuto essere salvati. Dopo l'apertura di un'indagine da parte della Procura, anche il ministro per la Protezione Civile Nello Musumeci ha chiesto una relazione al prefetto di Udine Domenico Lione per capire la sequenzialità dell'intervento di soccorso dopo l'allarme dato nel pomeriggio di venerdì scorso, 31 maggio.
I Vigili del Fuoco: "Squadre ridotte a 3 unità rispetto alle 5 necessarie"
"Nessuno immagini di colpevolizzare l’operato del personale intervenuto quel giorno", continua il sindacato aggiungendo come "ogni scenario di intervento sia, per i Vigili del Fuoco chiamati a prestare soccorso, diverso e complesso nel suo approccio". Per i pompieri intervenuti venerdì scorso sul posto subito è stato chiaro che la situazione era critica, dal momento che quel punto è segnalato come più ad alto rischio. E ad aggravare una condizione già di per sé difficile vi è il contesto generale in cui deve operare la macchina organizzativa e operativa dei Vigili del fuoco. "Lavorano sottorganico, con un sovraccarico di lavoro a volte inaccettabile. Le squadre, a volte ridotte a 3 unità rispetto alle 5 necessarie, non riescono a coprire il territorio in tempi brevi e in maniera uniforme; il personale non fa la formazione obbligatoria e non riesce a mantenere gli standard operativi a causa dell’impossibilità di effettuare mantenimenti e re-training. Abbiamo carichi di lavoro eccessivi e il ripiego allo straordinario è ordinario. Veramente qualcuno ci crede supereroi?".
Mancano 4mila operativi tra i Vigili del Fuoco
Il cuore del problema rimane quello della carenza dell'organico e dell'età. "Quattromila operativi e 2.500 amministrativi (RTP) in meno. L’età media dei Vigili del Fuoco è troppo avanzata, 47 anni, e la disattenzione dell’Amministrazione su salute e sicurezza è divenuta cronica. Basti pensare che dal 22 ottobre 2022, giorno del suo insediamento, il governo attuale non ha pianificato e bandito un concorso pubblico a Vigile del Fuoco", si legge ancora nella nota della FP Cgil.
"Nessuno tocchi i Vigili del Fuoco. Troppo spesso le carenze di organico, la mancanza di strumenti e attrezzature adeguate all’intervento, la scarsa capacità dell’Amministrazione di gestire l’organizzazione territoriale del soccorso e la previsione degli eventi con le sue eventuali ricadute, lascia esposti lavoratrici e lavoratori che hanno altissime professionalità ma che rischiano in prima persona sia durante i soccorsi che nei procedimenti delle autorità competenti che analizzano i fatti a posteriori. Per questo, per continuare nell’opera di migliorare le tutele personali in particolare quando si passa a procedimenti penali per le diverse responsabilità, chiederemo sul prossimo rinnovo contrattuale di aumentare le forme di tutela e salvaguardia per chi lavora nel Corpo".