Natisone, le telefonate di Patrizia e i soccorsi partiti tardi: la ricostruzione minuto per minuto
Dall'isolotto sul Natisone, Patrizia Cormos ha chiamato 4 volte la centrale operativa del 112. La prima richiesta è partita alle 13.29, mentre le altre sono state inoltrate poco dopo a distanza di pochi minuti. Nella prima telefonata, la ragazza ha fornito nome, cognome e luogo di residenza, chiedendo anche di avvertire la madre. L'ultima telefonata è rimasta senza risposta.
Si indaga su queste quattro telefonate fatte dalla 20ennetrovata morta nella giornata di domenica insieme all'amica Bianca Doros, 23 anni. Ancora disperso Cristian Casian Molnar, 25 anni. Per lui le ricerche continuano senza sosta. La tragedia si sarebbe svolta nel giro di 30 minuti e su questo arco temporale indaga la Procura della Repubblica dopo il rinvenimento dei corpi delle due ragazze.Per il caso si ipotizza il reato di omicidio colposo dopo l'apertura di un procedimento a carico di ignoti.
In questa fase però la Procura non avrebbe acquisito elementi per poter ipotizzare condotte negligenti da parte di soggetti terzi che in qualche modo abbiano contribuito a causare la morte delle ragazze. Sui corpi non è stata disposta l'autopsia.
Cos'è successo e perché i tre ragazzi erano al centro del fiume
Il Messaggero Veneto ricostruisce per tappe la tragedia del Natisone partendo dalla prima chiamata per chiedere soccorso effettuata da Cormos alle 13.29 di venerdì scorso, quando lei e i suoi due amici hanno capito che l'acqua del fiume stava salendo e che sarebbe stato impossibile mettersi in salvo da soli. I tre si trovavano sul greto del fiume per un pomeriggio di relax dopo un esame universitario di Patrizia e visto il cielo sereno, avevano deciso di risalire a piedi il greto del fiume, forse senza essere a conoscenza delle piene improvvise nel fiume.
Anche su questo aspetto vanno avanti le indagini che considereranno anche la segnalazione di piene improvvise tramite appositi cartelli che palesino anche il divieto di balneazione. Principalmente però la magistratura è al lavoro per chiarire se vi siano responsabilità colpose di tipo omissivo, nel senso che non si è intervenuti tempestivamente per approntare i mezzi che avrebbero consentito il salvataggio dei giovani.
Le telefonate al 112 da Patrizia e da un cittadino
Il fronte di indagine riguarda precisamente due aspetti: il primo è relativo all'attivazione del Nue, il numero unico di emergenza, e il secondo è relativo all'intervento dei vigili del fuoco. Tutto però deve partire dalle telefonate di Patrizia Cormos.
Secondo il procuratore, la prima telefonata è stata effettuata alle 13.29 e il dato è confermato dal telefono di Patrizia, recuperato danneggiato nelle acque del Natisone. Dopo pochi minuti ci sono state le altre, di cui una rimasta senza risposta.
Dopo la prima telefonata di emergenza, il Nue avrebbe inoltrato la richiesta di soccorso per competenza ai vigili del fuoco, i cui mezzi sarebbero partiti però intorno alle 14 da Venezia. Il primo velivolo a raggiungere il Natisone, sempre secondo quanto finora ricostruito, sarebbe stato quello del Nue attivatosi in prima persona dopo una seconda telefonata di Patrizia Cormos e quella di un cittadino che alle 13.47 dal Ponte Romano aveva segnalato la situazione di pericolo in cui si trovavano i tre ragazzi.
L'elisoccorso del Nue e quello dei vigili del fuoco sarebbe però arrivato troppo tardi. La telefonata di Patrizia e quella del cittadino dopo avrebbe fatto partire l'elisoccorso dal Campoformido alle 14.07, giunto sul posto alle 14.14.
La Procura acquisirà i file delle telefonate fatte dalla 20enne per verificarne il tono, compresa quella effettuata da un altro cittadino testimone della scena al comandante della locale stazione dei carabinieri.
La partenza del velivolo dei vigili del fuoco da Venezia
Nella mezz'ora in cui la situazione degenerata, anche i vigili del fuoco avrebbero chiesto l'intervento del loro elicottero Drago 149 decollato da Venezia alle 14.03 e giunto sul fiume alle 14.28, quando l'elisoccorso del Nue aveva già effettuato una prima perlustrazione. I due velivoli sarebbero arrivati quando l‘acqua aveva già trascinato via i tre ragazzi.
L'attivazione delle misure di emergenza
Secondo quanto emerge dalle indagini, il Nue avrebbe smistato il soccorso tecnico urgente dopo la prima chiamata di Patrizia (alle 13.29) girandolo per competenza ai vigili del fuoco. Soltanto alle 13.47, con la telefonata di un cittadino, il Nue ha avviato l'elisoccorso. Accertata la gravità della situazione, anche i vigili del fuoco hanno fatto partire l'elicottero chiamando però il soccorso da Venezia alle 14.03. Il velivolo è arrivato sul posto alle 14.28 quando purtroppo per i 3 non vi era già più niente da fare.