Natisone, la mamma di Patrizia Cormos: “Sono stati lasciati soli, nel telefono di mia figlia c’è tutto”
"Nel telefono di mia figlia è documentato tutto fino all'ultimo minuto, anche il comportamento di chi guardava dal ponte". A parlare è la mamma di Patrizia Cormos, trascinata via dal Natisone insieme agli amici Bianca e Cristian, il cui corpo è stato trovato nella mattinata del 23 giugno nel fiume. "Vogliamo la verità – ha continuato la mamma della ragazza a un mese dalla sua morte – che si faccia chiarezza su quanto accaduto".
Ai genitori della 20enne Patrizia è stato restituito il cellulare dopo la copia forense dei dati. Oltre agli ultimi drammatici istanti nel fiume, il telefono custodisce foto di bei momenti e video insieme alla sua famiglia. Ricordi che mamma Mihaela custodisce gelosamente, in attesa di trovare la forza di guardare i filmati degli ultimi attimi prima della piena del fiume.
Patrizia quel giorno aveva allertato i soccorsi prima di essere trascinata via dalla corrente impetuosa dell'acqua. Il dispositivo era stato poi ritrovato durante le ricerche e consegnato alla Procura per le verifiche sulle tempistiche dei soccorsi.
"Nel suo telefono c'è tutto. Ci sono le 4 telefonate, le foto e i video – ha continuato la donna -. Quando è arrivata sulla spiaggetta, alle 13.18, ha fatto una foto. Ci sono immagini che mostrano tutto e fino all'ultimo. Anche la gente che era sul ponte. Si potevano salvare. Questi ragazzi sono stati lasciati lì da soli. Quando l'hanno trovata aveva ancora addosso i suoi braccialetti e i suoi anelli. Adesso li portiamo io e l'altra mia figlia. Ci danno la forza per andare avanti e ci fanno sentire Patrizia sempre vicina".
"Tra noi c'era un rapporto bellissimo – spiega ancora mamma Mihaela -. Ero molto giovane quando Patrizia è nata, condividevamo tutto e di tutto si parlava. Ogni giorno mi diceva: ‘ti amo, ti voglio bene'. Ci piacevano le stesse canzoni, aveva tanti amici e tutti le volevano bene". La donna descrive una ragazza premurosa, che rispondeva sempre a messaggi e telefonate. Tranne quel giorno. "Sapevo che era via con gli amici e non volevo disturbarla troppo. Alle cinque ho provato a chiamarla ma non rispondeva, poi alle sei mi hanno chiamata per dirmi cosa era successo".
mamma Mihaela ha anche commentato la proposta della realizzazione di una statua commemorativa dell'abbraccio dei tre ragazzi fatta dal sindaco di Premariacco. "Non mi dispiaceva l'idea, forse non è stato il momento adatto per proporla – ha spiegato -. È una tragedia che ha distrutto tre famiglie. Sarebbe stato meglio fare una statua di chi li salva con un lieto fine".