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Tragedia del Natisone

Natisone, il telefono di Patrizia funziona ancora: si cercano telefonate e video per scoprire la verità

Il cellulare di Patrizia Cormos, morta nel dramma di venerdì scorso in Friuli, è al setaccio della Procura di Udine: era ancora acceso nella borsetta della 20enne quando è stato recuperato. Gli inquirenti ora cercheranno telefonate, messaggi e filmati relativi alla tragedia del Natisone.
A cura di Biagio Chiariello
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La Procura di Udine vuole passare al setaccio il telefonino col quale Patrizia Cormos, la ragazza travolta dalla furia del fiume Natisone assieme agli amici Bianca Doros e Cristian Casian Molnar, ha chiamato quattro volte il 112 nei minuti più concitati che hanno anticipato il dramma avvenuto una settimana fa in Friuli.

L’iPhone della vittima è stato recuperato dalla sua borsetta ed era ancora acceso e funzionante, come evidenzia il Corriere della Sera. Due giorni fa si è tenuto il funerale delle due ragazze di 20 e 23 anni. Dopo la chiusura della Camera ardente, è stato celebrato un momento di preghiera con rito metà cattolico e metà ortodosso.

La mamma di Patrizia: “Si sarebbe potuta salvare, ma ha aspettato l’amica che non sapeva nuotare”.

Le indagini sul tragedia del fiume Natisone

L'obiettivo degli inquirenti è utilizzare quel cellulare ai fini dell'indagine che dovranno chiarire come si è consumata la tragedia. Tuttavia, la procura non ha nominato alcun perito per l’esame del dispositivo, decidendo di affidarsi al proprio laboratorio informatico, spiega il procuratore Massimo Lia. "A noi interessa preservare il contenuto del cellulare relativamente alle telefonate, ai messaggi e ai filmati riguardanti la tragedia. Sarà sufficiente – spiega Lia – l’opera del laboratorio informatico della procura”.

E il fascicolo con l’ipotesi di reato di omicidio colposo resta ancora senza indagati.

Gli inquirenti in parallelo si muovono con l'acquisizione delle testimonianze. Dopo le famiglie delle vittime e i testimoni oculari, saranno sentiti gli specialisti per capire se stiano state rispettate le procedure di soccorso. Allo stesso tempo stanno cercando di capirne di più sul fronte della cartellonistica. Nella zona del Ponte Romano di Premariacco, in provincia di Udine, è presente infatti la tabella che indica il divieto di balneazione e il pericolo di annegamento, ma non quella del rischio di piene improvvise.

Come stanno andando le ricerche del ragazzo disperso

E proseguono le ricerche di Cristian, sulle tracce del 25enne romeno disperso esattamente da una settimana ci sono un'ottantina di persone tra volontari e vigili del fuoco. La speranza è riposta nel meteo: "L’acqua finalmente si sta abbassando", racconta il sindaco Michele De Sabata.

Alle ricerche sta partecipando sin dal primo giorno Petru Radu, il fratello di Cristian Molnar: “Sta camminando su e giù, tormentato, convinto di trovare suo fratello vivo” ha raccontato il Sindaco di Premieracco

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