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Tragedia del Natisone

Natisone, ancora nessuna traccia di Cristian: “Acqua torbida per maltempo, è molto difficile”

Tredicesimo giorno di ricerche per Cristian, il 25enne disperso dopo essere stato travolto dal fiume Natisone, in Friuli, insieme alle amiche Bianca e Patrizia: “Oggi è peggio di ieri. Difficile molto difficile”.
A cura di Ida Artiaco
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Sono arrivate al giorno numero 13 le ricerche di Cristian Molnar, il 25enne disperso nelle acque del Natisone, in Friuli, dopo essere stato travolto dalla piena del fiume lo scorso 31 maggio, insieme a Bianca Doros e Patrizia Cormos, i cui corpi sono stati già recuperati la scorsa settimana.

Le operazioni, tuttavia, sono tutt'altro che facili. Ad aggiornare sul lavoro dei vigili del fuoco è il sindaco di Priemeracco, Michele De Sabata: "Oggi il Natisone è peggio di ieri, acqua torbida con portata durante la notte a 90 mc/s ora in calo a 60 mc/s (circa). Difficile molto difficile", ha scritto sulla propria pagine Facebook.

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Già nelle scorse ore, il primo cittadino del comune friulano aveva fatto sapere che i soccorritori "sono entrati in acqua comunque con i gommoni per controllare le sponde, il Natisone spingeva davvero parecchio. L'augurio è che prima possibile tutti loro che sono impegnati in questa operazione possano tornare alle rispettive famiglie". Sempre presenti sul posto il fratello di Cristian, che ha lanciato un appello affinché le ricerche procedessero a oltranza, e i genitori, arrivati nei giorni scorsi dalla Romania.

Da giorni si è fatta avanti tra i soccorritori l'ipotesi che il 25enne sia finito nella forra del fiume dove sarà difficilissimo trovarlo. Le operazioni si stanno infatti concentrando più a valle, proprio nella cosiddetta forra del fiume, una profonda gola a pareti verticali tra le quali scorre il corso d'acqua. Una caratteristica del Natisone che rende le ricerche estremamente pericolose e quindi lente.

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Intanto, continuano anche le indagini della Procura di Udine, che ha aperto un fascicolo per omicidio colposo al momento a carico di ignoti per verificare eventuali responsabilità omissive nei soccorsi. Nei giorni scorsi giorni è stato anche sentito dagli investigatori come testimone il Vigile del fuoco che si era tuffato nel disperato tentativo di salvare i tre ragazzi. Diverse le domande ancora senza riposta.

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