Natale ai tempi del Coronavirus: come festeggeremo secondo i virologi
Da giorni non si fa altro che discutere delle feste di Natale al tempo del Coronavirus: il 25 dicembre non è più così lontano e con l'aumento dei contagi in tutta Italia, seguiti dalle misure sempre più restrittive stabilite dal governo per raffreddare la curva epidemiologica, esperti e politici stanno già iniziando a pensare ad un piano per Natale e Capodanno. Parole d'ordine, ancora una volta: distanziamento e minor numero di contatti possibili, in attesa che arrivi il vaccino entro la fine del 2020 a risolvere in parte l'emergenza.
Proprio oggi sulla questione Natale è intervenuto il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie Francesco Boccia che ha parlato di un "Natale diverso quest'anno, solo con i parenti più stretti", facendo eco alla sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa che invece qualche giorno fa aveva dichiarato: "Si deve dire che non deve esserci un Natale solitario, ma che le famiglie possono riunirsi". Ovviamente con molte restrizioni attraverso un provvedimento ad hoc. Difficile, dunque, che vengano consentite rimpatriate allargate a tutti i parenti, ma limitandosi a "quelli di primo grado, fratelli e sorelle". Sempre in vista di questo provvedimento, Zampa ritiene che "è bene che resti" la gran parte delle attuali restrizioni. Anche se si potrebbe valutare “un allentamento del rigore per alcuni esercizi”. Anche perché le festività natalizie danno vigore al commercio e, di conseguenza, all'economia.
Dello stesso parere anche medici ed esperti. Oggi Massimo Galli, primario dell'ospedale Sacco di Milano, intervenendo a Timeline su Skytg2, ha detto che "se noi affrontiamo il prossimo Natale e il prossimo Capodanno con lo stesso spirito con cui abbiamo affrontato Ferragosto, non ne usciamo più. Perché se anche ipoteticamente chiudessimo tutto adesso per 3-4 settimane e riaprissimo a Natale, è evidente che la riapertura non sarà quella che può consentire alle persone di andare per grandi cenoni e grandi veglioni". Ancora: "Abbiamo fatto in modo che il Ferragosto, e lo uso come simbolo di festa, sia diventato un elemento di grande amplificazione dell’infezione? Purtroppo sì. Ora, Natale e Capodanno sono due grandi feste. Dovremmo tutti abituarci all’idea che al sacrificio, anche pesante – ha precisato Galli – non può seguire il liberi tutti almeno fino a che il benedetto vaccino, mi auguro, ci tolga dai piedi il problema".
Giuseppe Ippolito, dello Spallanzani di Roma, ha parlato addirittura di possibile "terza ondata di Covid-19" dopo il Natale. "Dobbiamo evitare a Natale e a Capodanno di commettere gli stessi errori dell’estate – ha spiegato -. Entro primavera partirà l’operazione per proteggere gli italiani con i vaccini, arriveranno i monoclonali. Ecco, non possiamo essere imprudenti: proprio all’inizio dell’anno prossimo potremo iniziare a controllare la pandemia. Durante il periodo delle festività natalizie dovremo mantenere misure di contenimento dell’epidemia, dobbiamo evitare viaggi, feste e grandi riunioni familiari. Si tratta di un sacrificio, ma pensiamo che a Natale 2021 potremo tornare a festeggiare. I benefici di vaccini, anticorpi monoclonali e nuovi farmaci, li vedremo già in primavera. Io però concordo con Fauci: per tornare alla normalità, servirà tutto il 2021″.