Nata da procreazione assistita, dal tribunale ok all’adozione: “Ma su documenti una mamma indicata come padre”
Il Tribunale dei Minori di Venezia ha dato il via libera all'adozione di una bimba nata all'ospedale di Treviso in seguito a procreazione assistita. La piccola, che ha già un anno e mezzo, tecnicamente una famiglia già ce l'ha ed è nata in seguito alla procedura alla quale Elena Toffolo e Francesca Mostosi, le sue due mamme, si sono sottoposte a Copenaghen. Una delle due ha portato avanti la gravidanza mentre l'altra aveva donato gli ovuli.
Adesso però, sulla carta di identità elettronica della piccola, una delle due risulterà come padre. "Oppure sparirà" ha scritto sui suoi social Elena Toffolo. "Una circolare di alcuni anni fa dell'allora ministro dell'Interno (Matteo Salvini) dichiarava che sulle carte di identità per i minori il termine ‘genitore' non fosse più corretto e che andava cambiato. In questa maratona ad ostacoli, continuiamo a chiedere a gran voce i nostri diritti (e doveri) negati. Per il bene di nostra figlia, perché noi esistiamo".
Elena e Francesca si sono unite civilmente nel 2018. Dopo quasi vent'anni insieme, hanno coronato il sogno di avere un figlio. Il percorso per realizzarlo non è stato semplice: le due hanno dovuto rivolgersi a un team medico all'estero per la procreazione medicalmente assistita e fertilizzazione in vitro in una clinica di Copenaghen, in Danimarca. In seguito, la gravidanza è stata portata a termine a Treviso. Il 15 aprile del 2023 è venuta al mondo la bimba nell'unità di ostetricia e ginecologia del Ca' Foncello. L’amministrazione di Silea, il comune di poco più di 10mila abitanti dove le due vivono, ha accolto l’arrivo della nuova residente pubblicando dei messaggi elettronici sui pannelli comunali.
"Grazie ad una sentenza – sottolinea ancora Toffolo – arrivata dopo più di un anno di attesa, la nostra bimba può finalmente dire di avere due genitori. Non ci resta che aspettare un mese affinché passi in giudicato, il tempo che la cancelleria la trasmetta in Comune e il tempo che il Comune stesso lo annoti nei documenti".
Nella carta d'identità elettronica che la bimba dovrà ricevere, la madre "non biologica" sarà indicata come padre. Una conseguenza del decreto Salvini del 2019 che prevede l'uso di "padre" e "madre" sui documenti dei minorenni invece che l'uso di "genitore 1" e "genitore 2".