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Nasce ResQ, una nave italiana per salvare i naufraghi nel Mediterraneo: “Soccorrere è umano”

Nasce a Milano ResQ-People Saving People, associazione creata da un gruppo di amici, professionisti di varia natura che, “stanchi di vedere morire migliaia di persone nel tentativo disperato di attraversare il Mediterraneo, hanno deciso di rompere il muro dell’indifferenza”. L’obiettivo è mettere in mare una nave di 40 metri battente bandiera italiana che si occupi di salvare i naufrghi in difficoltà. Per partire dovranno raccogliere un milione di euro.
A cura di Simone Gorla
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Si chiamerà ResQ-People Saving People e avrà una nave operativa in mezzo al Mediterraneo per salvare i migranti in difficoltà in caso di naufragio. Il progetto tutto italiano è stato presentato da Gherardo Colombo, ex magistrato di Mani pulite, che sarà il presidente onorario della nuova associazione nata con l'obiettivo di agire per fermare la strage in atto tra le coste libiche, maltesi e italiane.

La missione in mare con una nave da circa 40 metri

Il progetto, spiegano i promotori che lo hanno presentato oggi con una conferenza stampa, prevede due attività. Quella in mare sarà affidata a un team di professionisti e volontari che presterà soccorso ai naufraghi, raccogliendo anche le loro testimonianze su quello che accade nei lager libici. Per farlo avrà a disposizione una nave da circa 40 metri con 10 persone di equipaggio per il funzionamento, e 9 tra medici e infermieri, soccorritori, mediatori giornalisti e fotografi. Due gommoni veloci saranno usati per gli avvicinamenti alle imbarcazioni in difficoltà e il salvataggio dei passeggeri.

La seconda parte della missione della Onlus è rappresentata dall’attività in terra: informare l’opinione pubblica attraverso i media, le lezioni nelle scuole e gli incontri pubblici "per creare una società più consapevole, rispettosa dei Diritti Umani e accogliente".

Partita la raccolta fondi: servono 2,1 milioni di euro

Il costo dell'intero progetto, che prevede l’acquisto e l’allestimento di una nave per attività di Search and Rescue, e il suo finanziamento per un anno, è di 2 milioni e 100mila euro. Per partire spiegano gli organizzatori, serve almeno un milione di euro, somma che coprirebbe il costo della nave, la preparazione, allestimento e il funzionamento per i primi 3 mesi di attività. Per raccogliere questa cifra è stata lanciata una campagna di crowdfunding su www.resq.it  tratta di una cifra importante, che sarà raccolta attraverso donazioni sul sito www.resq.it e campagne di crowdfunding.

Scalettari: L'imbarco dei mille, un'impresa complessa

Luciano Scalettari, presidente di ResQ, spiega che il progetto oggi ha 130 associati. "Contiamo di diventare 1.000 prima della fine dell’estate. L’imbarco dei mille sarà lo slogan di questa campagna associativa dedicata a tutti gli italiani che non vogliono più rimanere a guardare di fronte a queste inutili stragi. Sappiamo che quello che ci proponiamo di fare è un’impresa complessa, difficile. Ma da quando è nata l’associazione, giorno dopo giorno, abbiamo trovato e continuiamo a trovare sempre nuovi compagni di strada".

Tra questi c'è appunto l'ex magistrato Gherardo Colombo, che riflette: "Quando si è ventilata l’ipotesi di mettere in mare una nave per salvare le persone che affogano mi sono chiesto: se stessi annegando vorrei che qualcuno venisse a salvarmi? Ho risposto sì, sia alla domanda sia alla nave". Aderiscono tra gli altri anche il presidente della Fnsi Beppe Giulietti e l’Associazione Articolo21.

Filippo Grandi (Unhcr):  Stupito che ancora si stia a discutere se sia giusto salvare persone

"Applaudo questa iniziativa – ha commentato l’Alto commissario dell'Unhcr, Filippo Grandi – e sono stupito che ancora si stia a discutere se sia giusto salvare persone che rischiano di annegare in mare. È semplicemente un obbligo".

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