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Narcisismo e rabbia distruttiva: la psiche malata dell’uomo di Pantelleria che ha dato fuoco alla compagna

Perché il tentato femminicidio di Pantelleria è la diretta conseguenza della disumanizzazione e della rabbia distruttiva del narcisista patologico.
A cura di Anna Vagli
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AGGIORNAMENTO 25 SETTEMBRE: Anna Elisa Fontana, la donna di Pantelleria data alle fiamme dal compagno Onofrio Bronzolino, la notte tra venerdì e sabato, non ce l'ha fatta. La donna era ricoverata nel reparto di rianimazione dell'ospedale Civico di Palermo, dove è morta. Le sue condizioni erano considerate "disperate" dai medici.

Ieri a Pantelleria un uomo di cinquantadue anni ha ricoperto la compagna di benzina e le ha dato fuoco. La donna, che di anni ne ha quarantotto, è ricoverata in gravissime condizioni all’ospedale civico di Palermo. Ha ustioni sul settanta per cento del corpo. Anche il compagno è ricoverato a causa del ritorno di fiamma. Non è in pericolo di vita, ma rischia di perdere la vista. Secondo quanto emerso, ancora una volta è bastato un litigio per innescare un tentato femminicidio. La coppia, che aveva alle spalle già matrimoni finiti, aveva una relazione da circa due anni. Nel pomeriggio di sabato 23 settembre i due hanno iniziato a discutere per strada. Poi il diverbio sarebbe continuato nella loro abitazione. Così, dopo essere stata attinta dal fuoco, la quarantottenne è riuscita a chiamare i soccorsi e poi si è gettata sotto la doccia. Sul tentato femminicidio indaga la Procura di Trapani.

Siamo di fronte all'ennesimo episodio di violenza di genere che questa volta si contraddistingue per una ferocia se possibile ancor più inaudita: l’utilizzo del fuoco non solo per uccidere, ma per annientare la propria compagna. Quali sono quindi le motivazioni dietro un simile gesto? La disumanizzazione e la rabbia distruttiva del narcisista patologico.

In tale prospettiva, dare fuoco non significa solamente voler uccidere. Al contrario, chi si macchia di un simile gesto è animato dal desiderio incontrollabile di deturpare ed eliminare totalmente l’identità personale e fisica della sua vittima. Perché, laddove quest’ultima sopravviva all’attacco con il fuoco, comunque non potrà più tornare quella di prima. Non si tratta solamente di un barbaro gesto di violenza domestica. Abbiamo a che fare con l’espressione di un risentimento assoluto e totalizzante.

La disumanizzazione della vittima unitamente alla rabbia distruttiva sono le due componenti che innescano crimini atroci come quello che si è verificato a Pantelleria. Anzitutto perché nel momento stesso in cui l’uomo perde la capacità di vedere la partner come un essere umano con dei sentimenti, una propria dignità e con il diritto di scegliere ed essere libera, la strada per l’atroce diventa meno impervia. Chiaramente, alla base c’è – come sempre – l’egocentrismo e la totale assenza di empatia e compassione che contraddistinguono i soggetti con tratti spiccatamente narcisistici.

Il secondo fattore che consente all’ingranaggio letale di funzionare è la rabbia distruttiva. Una rabbia che, per definizione, è differente da quella che sperimentano gli individui con una personalità strutturata in maniera genuina. In questi casi si tratta infatti di una rabbia pervasiva, intensa, irrazionale e reattiva. Che si scatena anche dalle situazioni più banali, ma che vengono percepite come sfide all'ego fragile del narcisista. Una rabbia capace di spingere un uomo ad aprire una tanica di benzina e riversarla sulla compagna con il solo scopo di darle fuoco. Diretto presupposto di questo cortocircuito è che una delle caratteristiche più insidiose del narcisista patologico è la sua tendenza a proiettare sugli altri tutte le sue frustrazioni e tutte le sue insofferenze alla vita. Invece di riconoscere questi ultimi come propri limiti e problemi, questi soggetti li riversano sempre più spesso in maniera fatale sulla propria donna. Di qui la ragione per la quale un simile accanimento può esplodere in un attimo ed in qualsiasi contesto. Anche da un’insignificante lite, come ci conferma la cronaca.

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Dottoressa Anna Vagli, giurista, criminologa forense, giornalista- pubblicista, esperta in psicologia investigativa, sopralluogo tecnico sulla scena del crimine e criminal profiling. Certificata come esperta in neuroscienze applicate presso l’Harvard University. Direttore scientifico master in criminologia in partnership con Studio Cataldi e Formazione Giuridica
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