Napoli, deserta la gara per l’impianto di compostaggio a Scampia. Il Comune “Faremo da soli”
Non c'è pace per il piano rifiuti nella città di Napoli. Un nuovo pesantissimo stop è arrivato al piano dell'amministrazione di Luigi de Magistris: la gara d'appalto per la costruzione dell'impianto di compostaggio nel quartiere di Scampia è andata deserta. Non si è presentato nessuno nella giornata di venerdi' 7 marzo alla scadenza dell'avviso per la manifestazione d'interesse. Una doccia fredda per Luigi de Magistris, il suo vice ed assessore all'ambiente Tommaso Sodano ed il presidente della municipalizzata Asia Raffaele Del Giudice (tutti in foto) che hanno scommesso sull'impianto di compostaggio a Scampia per permettere finalmente alla raccolta differenziata in città di raggiungere livelli accettabili. Si è passati dal circa 15% dell'amministrazione Iervolino ad un 26% dell'amministrazione De Magistris, una cifra raddoppiata ma lontana anni luce da quel 70% annunciato in pompa magna dal sindaco di Napoli pochi giorni dopo la sua elezione.
Sodano "Faremo da soli" – Non si è perso d'animo il vicesindaco Sodano che, raggiunto nel pomeriggio da Fanpage al termine di una iniziativa pubblica nel comune di Qualiano a nord di Napoli, ha così commentato "A questo punto faremo da soli non ci lasceremo scoraggiare. Bisogna costruire opere murarie per 5 milioni di euro e le macchine possiamo prenderle in leasing". Una strategia costosa guardando soprattutto allo stato devastante delle casse del Comune di Napoli che si è vista bocciare il piano di rientro dai debiti dalla Corte dei Conti. Così mentre il sindaco De Magistris procede ad incontrare i parlamentari napoletani di tutti gli schieramenti, chiedendo sostegno al fine di costringere il governo Renzi ad un decreto "salva-Napoli" sulla scorta della recente approvazione del "salva-Roma", il suo vice progetta nuovi investimenti nel settore dei rifiuti.Quella di Sodano però sembra essere la sola strada percorribile. La costruzione di un impianto di compostaggio a Scampia – altri due sarebbero previsti a Bagnoli e Ponticelli – fu deliberato dalla giunta comunale nella primavera del 2012. A due anni di distanza nulla si è mosso. I rifiuti continuano ad essere esportati in Nord Europa e la frazione umida trattata in impianti privati fuori regione facendo cosi' lievitare i costi della tassa sui rifiuti pagata dai cittadini partenopei. Dotare la città di un impianto di compostaggio è l'unico modo per migliorare la gestione dei rifiuti in città. Sodano quindi deve rischiare il tutto per tutto.
L'impianto e le proteste del territorio – L'impianto previsto a Scampia è un biodigestore anaerobico, una struttura chiusa che dovrebbe sorgere nei pressi dell'attuale campo rom di Scampia. Molte associazioni del territorio vicine al centro destra si sono da subito schierate contro l'impianto così come il presidente della Municipalità Angelo Pisani. Altre, come lo storico centro sociale Gridas che fu la casa dell'artista Felice Pignataro, hanno da sempre dettato precise condizioni all'amministrazione De Magistris. Si all'impianto ma a patto di realizzare alcune opere preliminari come lo spostamento del campo rom in altra zona già individuata, l'apertura dello svincolo viario dell'asse mediano, un comitato di controllo della gestione dell'impianto con la presenza dei cittadini ed un impulso decisivo al piano di riqualificazione delle Vele, ancora oggi simbolo del degrado di Scampia. Nessuna di queste opere preliminari richieste dalle associazioni pro compostaggio è stata realizzata. Le associazioni vicine al Gridas denunciano da tempo uno scarso coinvolgimento da parte dell'amministrazione comunale proprio rispetto al progetto. "Dov'è finita la democrazia partecipativa?" si chiedono.
Altri guai per ASIA – Ma oltre alla tegola della gara d'appalto deserta per l'impianto di compostaggio di Scampia altri guai piovono sulla municipalizzata dei rifiuti del Comune di Napoli. La Banca Nazionale del Lavoro infatti sta negando tutte le cessioni di credito all'Asia che potrebbe quindi andare in crisi di liquidità. La Bnl in pratica anticipa alla municipalizzata la liquidazione delle fatture del Comune di Napoli, cosa che ha smesso di fare da qualche settimana. Ufficialmente l'istituto di credito motiva la decisione sostenendo che il Comune di Napoli è a rischio dissesto. Nel rapporto con le banche sembra essersi incrinato qualcosa da quando ha lasciato il Cda di Asia Daniele Fortini, ex presidente di Federambiente ora chiamato a Roma alla guida dell'AMA dal sindaco Ignazio Marino. Fortini, inceneritorista convinto, aveva un ruolo chiave nei rapporti con gli istituti di credito che permettevano all'Asia di ottenere gli anticipi sui pagamenti dovuti proprio dal disastrato Comune di Napoli.