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Napoli, scuola ecocompatibile costruita su discarica. Lavori bloccati, spreco milionario (VIDEO)

Doveva essere la prima scuola ecocompatibile costruita in Italia, ma si è rivelata l’ennesima opera incompiuta. I lavori sono fermi da quando le autorità hanno scoperto che la struttura sorge in un’area a forte rischio idrogeologico.
A cura di Peppe Pace
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Rotondella

La prima scuola ecocompatibile d'Italia si trova a Napoli in via della Rotondella e sorge all'interno del Parco Regionale delle Colline, in un'area sottratta dieci anni fa alla camorra. Sarebbero bastati altri tre mesi per ultimare la costruzione della scuola, ma i lavori sono fermi da tre anni e la struttura giace in stato di abbandono, esposta alle intemperie e agli atti vandalici. Autoriscaldante e autorefrigerante, l'edificio è stato costruito con tecniche ultramoderne grazie al contributo dell'Università Federico II di Napoli ed è stato interamente finanziato da circa 2 milioni di euro di fondi pubblici, destinati agli Enti Locali dalla legge 23 del 1996. L'area individuata, soggetta a doppio vincolo, urbanistico e ambientale, è però costituita da un terrapieno ottenuto dall'accumulo di materiali inerti di risulta edile, dunque sensibile ad infiltrazioni e disgregamento da dilavamento pluviale. In poche parole, una discarica. Inoltre, il terrapieno poggia a sua volta su di una cava abbandonata, di sicuro non adatta come piede per un edificio di cemento armato. Queste sono le ragioni che hanno spinto la Soprintendenza ai Beni Ambientali e l'Autorità di Bacino a non concedere le autorizzazioni necessarie ad ultimare i lavori. Il progetto del Comune di Napoli, concepito durante la seconda consiliatura Jervolino, prevedeva la costruzione di un piccolo "villaggio" scolastico, costituito da tre plessi da adibire a scuola materna, elementare e media. Tuttavia, dopo la parziale costruzione del primo dei tre plessi, oggi in stato di abbandono, i soldi erano già finiti.

Per la messa in sicurezza del terrapieno, il Comune di Napoli dovrebbe spendere circa 350 mila euro, ma nessuna delibera di spesa ha mai coperto il progetto. Ecco perché l'amministrazione sta tentando, servendosi di alcune perizie del ministero dell'ambiente, di convincere le autorità competenti che la zona in questione non è a rischio geologico. Per realizzare il villaggio scolastico, invece, servirebbero per lo meno altri 2 milioni di euro, una cifra decisamente fuori portata per le casse del comune di Napoli. Nel frattempo, oltre ai 2 milioni di euro di fondi pubblici spesi per costruire il primo dei tre edifici, il Comune ha speso e continua a spendere centinaia di migliaia di euro in fitti passivi per assicurare una risposta adeguata, in termini di edilizia scolastica, alla domanda dei cittadini che popolano i Camaldoli e tutta l'area nord di Napoli.

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