Case-famiglia, lettera al sindaco di Napoli: “Qui il salva-Comuni non salva i bambini”
Per i bambini a rischio di Napoli è un'Epifania con l'amaro in bocca. Oltre 500 ragazzi in comunità potrebbero essere lasciati a se stessi per la seconda volta, per 1500 è in bilico il servizio di educativa territoriale e quasi 1000 educatori stanno per perdere il lavoro. Questi sono solo i cocci di ciò che resta del welfare nella città di Napoli, che sul terzo settore fonda un fragilissimo equilibrio sociale. Un numero per tutti: 110 strutture hanno già chiuso nel 2013. Dopo scioperi della fame, presidi, manifestazioni e tentativi di colloquio, il mondo del welfare si rivolta di nuovo contro il Comune di Napoli, indirizzandogli una durissima lettera. Nel grido d'allarme, l'accusa più dura è scritta in queste righe: "Noi non abbiamo politici “forti” alle spalle, noi non mettiamo a ferro e fuoco la città, noi “buchiamo” difficilmente la cronaca, noi non siamo una minaccia per la sua immagine nazionale. Noi siamo politicamente deboli, come deboli e fragili sono i bambini deprivati, maltrattati e abusati che accogliamo; siamo politicamente deboli perché la nostra politica è stare dalla parte dei più fragili e provare ad uscire insieme dalle difficoltà; noi siamo proprio quegli “ultimi” dai quali lei annunciava di voler ripartire durante la sua campagna elettorale".
Questa lettera è solo il preludio di una lotta che riprende, implacabile, domani. Un gruppo di operatori inizierà di nuovo un presidio a oltranza esponendo lo striscione "A Napoli il salva-Comuni non salva i bambini".
Egr. Sindaco,
la Befana 2014 porta ai bambini “a rischio” di Napoli solo cenere e carbone! La cenere delle case famiglia bruciate in un rogo di debiti ed il carbone nero della disperazione dei servizi educativi.
E dire che tanti erano stati i “regali” promessi dalla sua amministrazione attraverso le parole dei pur volenterosi assessori Gaeta e Palma. Ma niente! Il fiume di soldi che si sta riversando sul comune attraverso gli ormai famosi decreti 35 (“salva-imprese”) e 174 (“salva-comuni”) ha “salvato” e sta “salvando” tanti (imprese e municipalizzate) creditori del comune, mentre i nostri servizi “indispensabili” continuano a morire con circa tre anni di crediti arretrati (si, ha letto bene: 36 mesi!). L’ultima promessa, scritta e controfirmata dagli assessori, è quella di inserire nel “174” almeno 16 milioni di euro non liquidati alle case famiglie a cui chiediamo si aggiungano 4 milioni di euro dei vecchi progetti di Educativa Territoriale anch’essi non liquidati, per i quali il comune ha perso per strada i fondi europei. Tutti crediti di associazioni e cooperative che sono rimasti, stranamente, dimenticati negli armadi dei funzionari di via Fonseca, e pertanto non “lavorati”. Qualcuno ne avrà la responsabilità? Il Sindaco e gli assessori vorranno fare chiarezza con trasparenza e impegnarsi pubblicamente a dare concretezza operativa a quest’impegno?
Noi non abbiamo politici “forti” alle spalle, noi non mettiamo a ferro e fuoco la città, noi “buchiamo” difficilmente la cronaca, noi non siamo una minaccia per la sua immagine nazionale. Noi siamo politicamente deboli, come deboli e fragili sono i bambini deprivati, maltrattati e abusati che accogliamo; siamo politicamente deboli perché la nostra politica è stare dalla parte dei più fragili e provare ad uscire insieme dalle difficoltà; noi siamo proprio quegli “ultimi” dai quali lei annunciava di voler ripartire durante la sua campagna elettorale.
Che vergogna per la nostra città! Napoli dal grande cuore di mamma non ha tempo e soldi (anche quando ci sono) per i suoi figli più in difficoltà! La fredda e sclerotizzata macchina burocratica comunale non riesce a “lavorare” le carte che ci riguardano e puntualmente perdiamo tutti gli appuntamenti con i “treni” che passano. Ogni giorno, ogni settimana, ogni mese c’è una “scusa” nuova: dirigenti inefficienti, inchieste della magistratura, uffici sottodimensionati … e le promesse (anche quelle scritte o annunciate in consiglio comunale) volano, come parole vuote di cui ci si riempie la bocca.
Solo scuse! Quando l’Amministrazione ha voluto, quando lei ha voluto, le soluzioni si sono trovate in un battibaleno!
Oggi passa un altro (l’ultimo?) “treno”: sono arrivati altri soldi del “salva comuni” e nel palazzo comunale è tutto un fermento e un movimento per “accaparrarseli”. E noi? Poveri illusi, appesi alle promesse di un’assessora onesta ma “debole”, come qualcuno della stessa amministrazione comunale ci viene a dire?
Ma la città deve sapere; Napoli deve sapere che questi soldi sono serviti e servono a salvaguardare gli interessi di chi ha “santi in paradiso”, ma non i nostri ragazzi e i nostri operatori. I cittadini napoletani devono sapere, e lo ripeteremo in tutti i modi e in tutte le forme civili possibili:
A NAPOLI IL “SALVACOMUNI” NON SALVA I BAMBINI.
(Il Welfare non è un Lusso, Federazione Arca, Federazione SAM, Confcooperative-Federsolidarietà di Napoli e Provincia)