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Napoli, il bus per turisti cade a pezzi: ecco il biglietto da visita della città

Persino i rivestimenti dei sediolini giacciono a terra in attesa di tempi migliori: i turisti che arrivano nel capoluogo partenopeo si trovano catapultati in bus piccoli, affollati e spesso fatiscenti. Questo è il biglietto da visita della città.
A cura di Gaia Bozza
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Quando un turista arriva all'aeroporto, a Napoli, ha due alternative: affidarsi a un taxi o prendere l'autobus di linea, che collega il terminal con il centro. Ma questo è il biglietto da visita della città, il cosiddetto Alibus: sediolini sporchi, rotti, pessime condizioni igieniche del mezzo, che è piccolo e spesso affollato. Il risultato è che nei periodi di maggiore affluenza i turisti devono arrangiarsi in fila, per lo più sotto le intemperie, poiché è stata installata una pensilina molto piccola, che spesso risulta inadeguata rispetto al numero di viaggiatori. Questo all'aeroporto. Alle altre due fermate, una vicino alla stazione ferroviaria e l'altra al porto, poi, non ci sono nemmeno le pensiline. L'attesa prevista, a meno di disservizi e problemi con i bus o con aumento del traffico cittadino, è circa 20 minuti. Come se non bastasse, il capolinea del bus pensato per i turisti è stato spostato diverse volte: ora si trova a circa 500 metri dall'ingresso dell'aeroporto, e fare 500 metri con valige e quant'altro non è certo agevole: il risultato è che spesso si privilegia il trasporto privato.

Uno dei punti di forza del bus per i turisti è che è pensato per collegare, in maniera piuttosto celere, il centro città con porto, stazione ferroviaria e aeroporto. Purtroppo, però, ora il percorso si allunga rendendolo molto simile a quello di un autobus “normale”, ma il costo del biglietto è molto più alto: 4 euro. A cosa serve? A chi serve?

“Non siamo d'accordo con l'istituzione delle nuove fermate perché crediamo che l'alibus debba essere un servizio funzionale – risponde Adolfo Vallini, rappresentante sindacale Usb – di qualità e sicuro”.

Protestano anche i passeggeri: “Una città che deve e può vivere sul turismo – commenta Antonio Di Gennaro dell'Assoutenti – considera questo servizio “non essenziale” e lo fa pagare ben 4 euro”. Lo stato degli autobus e del servizio, poi, fa il resto: “La mancanza di pensiline – rincara Vallini – il soprannumero di passeggeri rispetto alla carta di circolazione, la mancanza di pulizia e manutenzione non corrispondono certamente a standard di qualità che una città come Napoli dovrebbe avere”. La manutenzione è il vero punto dolente del servizio di trasporto pubblico. Persino i sediolini da ripristinare vengono ammassati a terra in attesa di tempi migliori.

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