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Napoli, colonnello dei carabinieri si toglie il cappello per Davide Bifolco

Durante un corteo in ricordo di Davide Bifolco, 17enne ucciso da un carabiniere a Napoli, i manifestanti hanno incontrato il comandante provinciale dell’Arma a cui è stato chiesto di unirsi a un momento di silenzio togliendosi il cappello in segno di rispetto.
A cura di Susanna Picone
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Circa cento persone sono arrivate ieri sera davanti alla caserma Pastrengo dei carabinieri in Piazza Carità a Napoli dove hanno improvvisato un sit in in memoria di Davide Bifolco, il giovane di 17 anni ucciso da un carabiniere nella notte tra il 4 e il 5 settembre a Rione Traiano. Nel corso del corteo spontaneo i manifestanti che chiedono giustizia per Davide – portavano maglie e foto dedicate al giovane ucciso – hanno incontrato il comandante provinciale dell'Arma Marco Minicucci cui è stato chiesto di unirsi a un momento di silenzio in ricordo del giovane, togliendosi il cappello in segno di rispetto. Il comandante ha accolto la richiesta dei manifestanti e da questi è stato ringraziato e applaudito per il suo gesto. “Vogliamo giustizia, verità – ha detto uno dei presenti al corteo – altrimenti lasciateci per un'ora chi ha sparato”. “Voi siete qui per avere giustizia e chiedere di lasciarvelo un'ora non è il modo giusto per farlo. Ad accertare la verità ci penseranno i magistrati – ha detto il colonnello Minicucci – chiedi giustizia, ma non ‘Dateci un'ora il carabiniere', perché questo non è chiedere giustizia”. “Stiamo qua, siamo vicini alla famiglia, soffriamo come loro – ha aggiunto Minicucci – non ci stiamo nascondendo, né abbiamo chiuso la caserma. Voi state chiedendo giustizia, è giusto farlo. Tutti siamo addolorati dalla perdita di un ragazzo di 17 anni”.

Oggi l’autopsia sul corpo di Davide Bifolco

Intanto oggi sarà effettuata l’autopsia sul cadavere di Davide Bifolco presso il Secondo Policlinico di Napoli. Dopo l'esame autoptico, la salma sarà riconsegnata ai parenti. Gli inquirenti attendono l'esito dell'autopsia e dell'esame balistico per mettere così un primo punto fermo sulla ricostruzione della dinamica. Ad oggi i magistrati si trovano di fronte a due versioni contrastanti: quella del carabiniere indagato, che parla di un incidente, e le dichiarazioni dei testimoni che al contrario affermano che il militare puntava la pistola contro Davide.

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