Naima Zahir uccisa nel Siracusano, fermato il marito: “Non sono stato io, ha fatto tutto da sola”
Massimo Cannone, il marito di Naima Zahir, la 45enne originaria del Marocco uccisa tre giorni fa nella sua abitazione di Lentini, in provincia di Siracusa, è stato arrestato oggi pomeriggio dalla polizia. Secondo il provvedimento firmato dalla Procura locale deve rispondere di omicidio volontario ipotizzando il pericolo di fuga.
La versione del marito
La donna aveva ricevuto una coltellata al collo, rivelatasi fatale. Cannone ha spiegato di essere uscito di casa, sabato scorso, assieme al figlio diciannovenne, lui per andare in pizzeria mentre il giovane doveva fare spese in supermercato; al rientro l'avrebbe trovata sul letto di casa, di avere estratto l’arma nel tentativo di rianimarla, avere pulito il sangue per terra perché il "cervello mi è andato in tilt" e ipotizzato che la moglie "abbia fatto tutto da sola". Domani sarà eseguita l’autopsia.
Quando sono entrato – ha detto – le ho tolto il coltello dal collo, uno di quelli che abbiamo in cucina, e ho cercato di darle aiuto. La porta di casa non era stata forzata. C’era sangue dappertutto perché prendeva dei farmaci anticoagulanti per curare l'ischemia. Ho preso un mocio e ho pulito il sangue per terra. Poi ho mandato un messaggio a mio figlio dicendogli di vederci da suo zio perché non volevo che vedesse quella scena. Poi è stato mio fratello che ha chiamato polizia e l’ambulanza”.
Domani l'autopsia sul corpo di Naima Zahir
I soccorsi Cannone li ha chiamati solo quando si è allontanato di nuovo da casa, raggiungendo suo fratello. Oggi ha confermato la ricostruzione che non ha convinto la Procura di Siracusa. Domani verrà effettuatà eseguita l'autopsia e saranno cercati eventuali segni di collutazione sul corpo della vittima