Nadia Chiarello trovata morta in una buca nella neve, dopo 45 anni arriva la svolta: “Corpo sarà riesumato”
Il cadavere della 17enne Nadia Chiarello venne trovato all'interno di una buca nella neve il 19 gennaio 1979 davanti all'azienda dove lavorava, la conceria Italia di Chiampo (Vicenza), e da dove era scomparsa al termine del turno pochi giorni prima.
Ora, a distanza di 45 anni dalla morte e a quasi tre dalla riapertura delle indagini, il corpo della ragazza sarà riesumato. Il medico legale Giovanni Cecchetto, incaricato dalla Procura, si occuperà di eseguire una nuova perizia sui resti, il consulente della famiglia sarà invece il collega Antonello Cirnelli.
Il nuovo esame è stato disposto dopo che a giugno l'avvocato Chiara Parolin e il criminologo Edoardo Genovese, che seguono i familiari a nome dell'associazione Penelope, hanno depositato in Procura un dossier.
I nuovi elementi raccolti dai consulenti della famiglia
All'interno del fascicolo sarebbero stati raccolti nuovi elementi che escluderebbero la dinamica dell' incidente stradale, emersa dopo l'autopsia del '79. Ci sarebbero dunque gli estremi per iniziare a lavorare su nuove piste, tra le quali quella dell'omicidio volontario.
Il nuovo esame sul corpo dovrà verificare la compatibilità delle lesioni con le diverse ipotesi presentate dai consulenti della famiglia o l'eventuale presenza di elementi che potrebbero smentire o confermare quella del tragico incidente.
Il caso di Nadia Chiarello: dalla scomparsa al ritrovamento del corpo
Nadia Chiarello, giovanissima segretaria della conceria Italia, aveva solo 17 anni, scomparve la sera del 10 gennaio 1979. Nove giorni dopo, intorno alle 16.30, un uomo vide in una buca nella neve una testa: così fu ritrovato il corpo della ragazza.
Dopo il ritrovamento, sul cadavere della giovane venne eseguita l'autopsia e la morte fu ricondotta a un grave trauma cranico. La tesi fu che la ragazza fosse rimasta coinvolta in un incidente stradale e il caso venne archiviato come omicidio colposo. Gli inquirenti tuttavia non arrivarono mai a identificare un colpevole.
Circa tre anni fa, nel 2021, la Procura di Vicenza aveva annunciato la riapertura delle indagini. Da allora, però, non c'erano stati sviluppi significativi, anche a causa della reticenza di alcuni testimoni. Pochi mesi fa era stato depositato il fascicolo con la richiesta di riesumazione. La tomba della giovane era stata anche oggetto di atti vandalici.
"Oltre alla perizia – ha detto legale Chiara Parolin al Corriere del Veneto – a seguito della quale la pm, la dottoressa Maria Elena Pinna, ci ha chiesto chiarimenti, credo che gli atti vandalici siano stati decisivi nella scelta di riesumare il corpo, perché forse hanno capito che avevamo disturbato qualcuno".