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Omicidio di Nada Cella

Nada Cella, sul motorino di Cecere non c’è sangue: ma il genetista chiede più tempo per le analisi

Le ultime notizie sul caso di Nada Cella: da fonti investigative si apprende che non vi è alcuna traccia ematica sul motorino sequestrato all’indagata Annalucia Cecere lo scorso novembre.
A cura di Susanna Picone
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Uno slittamento di un mese per i risultati dei test del Dna: sono le ultime notizie nell’ambito dell’indagine sull'omicidio di Nada Cella, la segretaria uccisa nel maggio del 1996 a Chiavari nello studio in cui lavorava, quello del commercialista Marco Soracco. A chiedere la proroga è il genetista Emiliano Giardina, incaricato dal procura di Genova di verificare l'eventuale presenza del dna di Annalucia Cecere – l’ex maestra indagata per omicidio volontario – sulla scena del crimine, dopo che sono state ri-repertate diverse tracce organiche. I risultati dei test avrebbero dovuto arrivare già a fine febbraio, ma dopo una prima proroga ora il genetista ne ha chiesto una seconda fino alla fine di aprile.

Nel frattempo da fonti investigative si viene a sapere che non vi sarebbe alcuna traccia ematica sul motorino sequestrato all’indagata nel novembre scorso. Il test sul motorino è stato eseguito dalla polizia scientifica di Roma, prima con il luminol e poi tramite esami di laboratorio. L’esito sarebbe appunto negativo. Annalucia Cecere conservava il motorino nel garage della sua attuale abitazione in Piemonte, dove si era trasferita dopo il delitto di Chiavari: il sequestro era stato disposto dopo che erano state riesaminate alcune testimonianze dell’epoca del caso di Nada Cella.

Il caso Nada Cella riaperto dopo 25 anni

Tra le diverse testimonianze quella di una donna che aveva raccontato ai carabinieri di aver visto Cecere la mattina della morte di Nada allontanarsi col suo motorino proprio da via Marsala, dove si trovava lo studio del commercialista. Secondo gli inquirenti, Annalucia Cecere avrebbe ucciso la segretaria per gelosia nei confronti di Soracco e per prendere il suo posto di lavoro. Il commercialista insieme alla madre sono intanto indagati per false dichiarazioni al pm: avrebbero mentito su aspetti di cui erano a conoscenza.

Per scovare nuove fonti, la polizia nei mesi scorsi ha diffuso alcune telefonate risalenti a 26 anni fa. Dall’esame sul motorino gli investigatori si aspettavano molto: trovare tracce di sangue sarebbe stata una prova importante per una svolta nel cold case.

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