Nada Cella, l’appello di mamma Silvana a Marco Soracco: “Se sai qualcosa su mia figlia, parla”
"Chiedo a chiunque sappia qualcosa su mia figlia Nada di parlare con le forze dell'ordine o con il mio avvocato. Sarete tutelati in tutti i modi e non dovete avere paura. Mi rivolgo anche al datore di lavoro di mia figlia, il Signor Soracco e sua madre: se sapete qualcosa, vi prego di confessare, di fare uno sforzo e ricordare. Siamo tutti nella stessa terribile situazione. Venticinque anni dopo torno a pregare per sapere qualcosa sulla sorti di mia figlia". La mamma di Nada Cella ha rivolto un accorato appello nel corso della trasmissione Quarto Grado in onda su Rete 4. Venticinque anni dopo la morte di Nada, avvenuta nel 1996, la Procura di Genova ha aperto nuovamente le indagini sul caso incaricando il Prof. Emiliano Giardina di effettuare quelle comparazioni genetiche non espletate durante le prime indagini.
L'accusa è di omicidio volontario aggravato nei confronti di Annalucia Cecere, ex maestra che viveva poco lontano dallo studio del commercialista Marco Soracco, datore di lavoro di Nada. Secondo gli inquirenti, Annalucia avrebbe agito per invidia nei confronti della ragazza: lo scopo era quello di occupare il posto di lavoro da segretaria che Nada ricopriva nello studio di Soracco. Secondo quanto rivelato da un testimone durante la trasmissione Quarto Grado, Annalucia e Soracco si conoscevano e si frequentavano assiduamente. Negli anni il commercialista ha sempre negato questo tipo di rapporti con Cecere, sostenendo di conoscerla soltanto di vista.
Secondo le autorità all'opera sul nuovo filone delle indagini, Soracco avrebbe mentito su due importanti particolari: il primo riguarda il suo rapporto con Cecere, molto più intimo di quanto rivelato subito dopo l'omicidio. Il secondo invece riguarda un suo presunto debole per la segretaria Nada Cella. Unico dato certo per ora nelle mani degli inquirenti è una telefonata ricevuta dalla mamma di Soracco 95 giorni dopo l'omicidio. Una donna, al momento anonima, raccontava alla signora di aver incrociato Annalucia Cecere la mattina del delitto e di averla vista visibilmente provata accanto al suo motorino. "Siamo in cinque, ma non so perché le altre non parlano" ha detto la donna al telefono durante la conversazione con la mamma di Soracco. Gli inquirenti cercano di capire 25 anni dopo il fatto chi fossero le altre "ragazze" rimaste in silenzio per tutto questo tempo.
L'omicidio
Nella giornata di lunedì 6 maggio 1996 Marco Soracco arriva in ritardo presso il suo studio da Commercialista. Quando arriva una chiamata al telefono dell'ufficio, si accorge che Nada non ha sollevato la cornetta. Si reca quindi nella stanza della ragazza per capire per quale motivo non avesse risposto. Una volta giunto alla scrivania di Nada Cella si trova davanti a una scena terrificante: la ragazza è distesa sul pavimento in una pozza di sangue e gli occhiali sono distanti da lei, appena sotto un mobile. Con le mani ancora sporche di sangue chiama il 113. La ragazza viene trasportata in ospedale ma muore poche ore dopo quando il suo caso è già divenuto di interesse nazionale.
Nessuno vede entrare Nada nello studio quella mattina. Alle 7.51 accende il computer e alle 8.40 una cliente effettua la prima telefonata. L'arrivo di Soracco è collocato tra le 9.05 e le 9.12 del mattino. L'uomo chiama i soccorritori alle 9.13 mentre alle 9.20 chiama la madre Marisa Bacchioni che abita nell'appartamento sovrastante. Secondo gli inquirenti l'omicidio si è verificato in appena 15 minuti
Le accuse ad Annalucia Cecere
Alcuni passanti dichiararono di averla vista uscire dallo stabile in cui Nada lavorava appena dopo il delitto. Annalucia Cecere era finita nell'occhio del ciclone per i sentimenti che provava nei confronti del commercialista. Secondo gli inquirenti, per lei Soracco era un vero e proprio ascensore sociale per raggiungere un nuovo status. Nada sarebbe stata l'ostacolo al coronamento della sua relazione: Soracco aveva infatti tentato più volte un approccio romantico nei confronti di Nada che però lo aveva sempre respinto. Dopo i fatti, Cecere lascia Chiavari e si trasferisce a Cuneo. Attualmente risulta nuovamente indagata per l'omicidio della giovane. L'avviso di garanzia è stato notificato anche a Marco Soracco, ex datore di lavoro di Cella.
La telefonata anonima
Novantacinque giorni dopo l'omicidio di Nada, una donna chiama la madre di Soracco. A lei racconta di aver incrociato Cecere la mattina del delitto e di averla vista in moto. La donna aveva i vestiti sporchi secondo quanto confermato dalla testimone. Non avrebbe inoltre ricambiato il saluto e sarebbe apparsa visibilmente spaventata. Nel corso della trasmissione Quarto Grado, si puntano i riflettori su un'altra frase contenuta nell'intercettazione. La donna dice infatti di aver "avvertito la curia" su quanto visto la mattina dell'omicidio. Una pista che per ora non ha condotto gli inquirenti da nessuna parte. Dieci religiosi di Chiavari sono stati nuovamente risentiti dalle autorità alla ricerca di indizi.