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Omicidio di Nada Cella

Nada Cella, il processo per l’omicidio rischia di saltare. La difesa: “Rinvio a giudizio incostituzionale”

È attesa per il prossimo 6 febbraio la prima udienza del processo per l’omicidio di Nada Cella, la ragazza uccisa a Chiavari (Genova) il 6 maggio 1996. Ma un’istanza di legittimità costituzionale, presentata dal legale di uno dei tre imputati, potrebbe bloccare la celebrazione del procedimento.
A cura di Eleonora Panseri
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È attesa per il prossimo 6 febbraio la prima udienza del processo per l'omicidio di Nada Cella, la ragazza uccisa a Chiavari il 6 maggio 1996. Ma un'istanza di legittimità costituzionale, presentata dal legale di uno dei tre imputati, potrebbe bloccare la celebrazione del procedimento.

L'omicidio è rimasto un cold case per quasi 29 anni: lo scorso 20 novembre i giudici della Corte di appello di Genova hanno accolto il ricorso della Procura contro il proscioglimento di Annalucia Cecere, l'ex insegnante accusata di essere l'assassina di Cella, del commercialista Marco Soracco, datore di lavoro della vittima, e sua madre Marisa Bacchioni.

La memoria dell'avvocato Vernazza sarà motivata il 6 febbraio

Secondo l'avvocato Andrea Vernazza, che difende Soracco e Bacchioni, accusati di favoreggiamento e false dichiarazioni agli inquirenti, il provvedimento della Corte d'appello con cui è stato disposto il rinvio a giudizio senza motivarlo, come prevede la legge, sarebbe da annullare.

"Arriva dopo una sentenza motivata di proscioglimento della giudice dell'udienza preliminare Angela Nutini, secondo cui non ci sarebbero motivazioni tali da superare l'oltre ragionevole dubbio. Il paradosso quindi è che Cecere, Soracco e Bacchioni andrebbero a processo, tra l'altro con accuse pesantissime, soprattutto Cecere, senza sapere il perché", ha detto il legale.

La memoria presentata da Vernazza sarà motivata il 6 febbraio, proprio il giorno in cui è prevista l'apertura del dibattimento in Corte d'assise, che dovrà pronunciarsi sull'eccezione presentata dall'avvocato. Nel caso in cui i giudici dovessero accoglierla, dovrebbe intervenire la Corte costituzionale. In caso contrario, invece, il processo proseguirebbe.

Il 6 febbraio l'udienza sarà quindi dedicata alla discussione della memoria di Vernazza, a cui prenderanno parte anche la pubblico ministero Gabriella Dotto e gli avvocati di parte civile Sabrina Franzone, che assiste la madre della vittima, e Laura Razetto, avvocata della sorella.

Il delitto di via Marsala

Cella fu uccisa nello studio del commercialista Marco Soracco, per cui lavorava come segretaria. Il caso è stato riaperto soltanto nel 2021 grazie alla criminologa Antonella Pesce Delfino, che aveva indicato Annalucia Cecere come probabile assassina perché nella sua abitazione erano stati trovati alcuni bottoni simili a un altro rinvenuto nella scena del delitto.

I bottoni in realtà furono trovati dai carabinieri nei giorni immediatamente successivi al delitto, ma i militari non lo riferirono ai poliziotti che indagavano sull'omicidio. Secondo la pubblico ministero titolare delle indagini, Gabriella Dotto, il delitto fu compiuto da Annalucia Cecere per gelosia nei confronti di Cella perché, infatuata di Soracco, la vedeva come una rivale.

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