Mutilato a colpi di machete a Torino, chiusa l’inchiesta: 11 indagati, anche il padre del Conte
Oltre a Pietro e Rocco Costanzia di Costigliole, i due giovani di nobili origini accusati di aver mutilato un ragazzo a colpi di machete lo scorso marzo a Torino, ci sono altre nove persone iscritte nel registro degli indagati, al termine delle indagini della procura locale sull'aggressione avvenuta in via Panizza, nel quartiere Mirafiori del capoluogo piemontese. Nei giorni scorsi, i pubblici ministeri Mario Bendoni e Davide Pretti hanno concluso le indagini preliminari per accertare le responsabilità dell’episodio.
I fatti risalgono al 18 marzo scorso. Secondo l’accusa, Pietro Costanzia, conte di Costigliole, avrebbe pianificato un vero e proprio agguato con l'aiuto del fratello Rocco: una spedizione punitiva per vendicarsi del comportamento inappropriato che la vittima avrebbe rivolto alla fidanzata del maggiore dei due fratelli, di 23 anni. Il fratello minore, di un anno più giovane, sarebbe stato alla guida dello scooter con cui sono giunti in via Panizza.
La vittima sarebbe stata colpita con un machete alla gamba sinistra, riportando ferite così profonde da costringere i medici del CTO ad amputare l’arto sotto il ginocchio.
Le indagini si sono concentrate anche sui complici: due giovani conoscenti dell’aggressore che avrebbero attirato la vittima in una trappola, mentre un altro avrebbe sorvegliato la zona. Un'altra coppia di amici è indagata per favoreggiamento personale, avendo fornito le proprie generalità per facilitare la fuga dei due fratelli, poi rintracciati in un albergo a Torino.
Nell’elenco degli indagati compare anche il padre dei due fratelli, che secondo gli inquirenti avrebbe preparato un documento falso per permettere alla ragazza spagnola di incontrare i suoi figli in carcere.
I procuratori contestano diciassette capi d’accusa. Per i fratelli Costanzia, l'accusa principale è di tentato omicidio, poiché i colpi di machete avrebbero potuto risultare fatali per la vittima. Concluse le indagini preliminari, si avvicina ora il processo per gli indagati."