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Muore Jack-Alain Léger, lo scrittore maledetto di “Monsignore”

E’ morto suicida a Parigi Jack Alain Léger, pseudonimo di Daniel Théron, autore di musica e letteratura di grande successo negli anni settanta. Soffriva, fin dall’infanzia, di una forte tendenza depressiva.
A cura di Luca Marangolo
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Si è suicidato ieri a Parigi Jack-Alain Léger, pseudonimo di Daniel Théron, scrittore e musicista francese. Lo ha portato alla morte una fortissima tendenza maniaco depressiva di cui soffriva sin dalla primissima infanzia.

Figlio di un critico letterario chescriveva per Paris Match, iniziò  quasi parallelamente due carriere, quella letteraria e quella musicale, pubblicando nel 1969 un album dal titolo La Devanture des ivresses, che ottenne un grande successo critico, sotto lo pseudonimo di Melmoth. La carriera di scrittore gli diede altrettanto successo: a cominciare dalla traduzione del libro di Bob Dylan Tarentula, e molti titoli per i quali si firma con lo pseudonimo di Dashell Hedayat, per poi assumere il nomme de plume più celebre, quello di Léger, nel 1976.

Il suo successo di pubblico è però senza dubbio legato al romanzo dal titolo Monsignore, famoso anche per l’omonima trasposizione cinematografica di Frank Perry,  alla giovane età di 25 anni.  A questo romanzo ci fu anche un sequel, dal titolo Monsignore II, a completare la storia di Don Flaherty, un prete arrivista e  privo di scrupoli in cui l’autore ha potuto profondere la forza del suo immaginario grottesco.

Altri titoli che hanno segnato il suo percorso personale e tormentato sono, ad esempio Autoportrait au Loup, del 1982, testo dalla vocazione introspettiva, in cui l’autore ha ragionato sulla propria omosessualità e poi indagato le origini del propria intensa sofferenza e del suo disagio mentale.

La scelta di molti pseudonimi riflette un rapporto molto problematico con la figura di suo padre,  di cui ha dichiarato di non voler portare il cognome. Al suo decesso lascia in ogni caso titoli di buon successo critico e commerciale, che oltre a Monsignore, ne arricchiscono la carriera di narratore: in italiano sono ad esempio reperibili brani testi come Selva Oscura e  Capriccio (con lo pseudonimo di Hedeyat).

La critica francese ha talora esaltato la sua capacità e il suo stile grotteschi, con accenti acidi e satirici,  riflesso di una personalità che lo ha portato ad una scomparsa all’età di sessantasei anni.

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