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Muore in auto: vi dormiva dopo lo sfratto, in attesa della pensione

Ritrovato dalla sorella, è morto a Cirié, in provincia di Torino, un uomo sessantacinquenne colpito da infarto. Dopo aver ricevuto lo sfratto, dormiva in auto, in un parcheggio poco lontano dal proprio paese.
A cura di Danilo Massa
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Dormivano nell'auto perché avevano ricevuto lo sfratto dall'appartamento di Cirié, a nord di Torino. Lì non arrivavano più le utenze e l'affitto non veniva pagato da mesi. I due fratelli erano stati così costretti a dormire nella loro Fiat Punto, in attesa che venisse concessa loro una pensione di indigenza. Eppure prima avevano un lavoro come tutti: gestivano una tavola calda in cui lui serviva ai tavoli e lei cucinava. Poi le cose sono andate male, sempre peggio, fino a fare casa nella propria auto.

E' morto così Silvio Garino, che a 65 anni – probabilmente stroncato da un infarto – è stato ritrovano in auto da Anna Maria, la sorella. Una situazione che sarebbe durata ancora poco, perché – assicura Anna Maria – "Avevamo fatto domanda per la pensione e ci era stato promesso che l'avremmo ottenuta, così da poterci permettere di nuovo un alloggio".

Francesco Brizio, sindaco di Ciriè, si è chiesto "perché non si siano rivolti ai servizi sociali del Comune, li avremmo certamente aiutati»; ma fa sapere chi conosceva bene i fratelli che tanta riservatezza era probabilmente dovuta al loro orgoglio. Non a caso la sorella di Francesco Bizio ha precisato che lei e il fratello non avevano "mai chiesto l'elemosina, non siamo dei mendicanti e nonostante le difficoltà di questi ultimi mesi, abbiamo sempre mantenuto, per quanto ci è stato possibile, un comportamento dignitoso".

Tale era la premura di nascondere la propria condizione economica e tale l'orgoglio di Silvio Garino, che – secondo un cliente del bar trattoria – "andavano a Lanzo, qualche chilometro fuori da Ciriè, perché temevano che qualcuno potesse accorgersi del loro dramma". Del resto a Lanzo, fa sapere la sorella di Silvio, "c'é la casa della Madonna e io in questi mesi ho sempre pregato perché anche noi potessimo trovare una sistemazione". Adesso la donna è seguita dai servizi sociali ed è accolta dalla congregazione "Santa Maria di Loreto".

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