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Muore dopo 5 mesi agonia per il parto cesareo: aveva 38 anni. Condannati medico e anestesista a Siena

Il parto all’ospedale Le Scotte, poi cinque mesi di sofferenza: il giudice condanna una ginecologa e un anestesista per la morte della 38enne di Anna Lopareva. Il marito della vittima: “Saprò cosa dire ai miei figli”.
A cura di Biagio Chiariello
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immagine di repertorio
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Due anni e nove mesi di reclusione per una ginecologa, tre anni per un anestesista. Questa è la condanna stabilita dal Tribunale di Siena nei confronti di due medici dell‘ospedale Le Scotte per la morte di Anna Lopareva, una donna di 38 anni deceduta nel 2019, a cinque mesi dal parto cesareo.

Secondo l’accusa, la tragedia sarebbe attribuibile a un’emorragia non trattata tempestivamente dallo staff sanitario. La procura, rappresentata da Valentini Magnini, aveva richiesto otto anni di reclusione per entrambi i medici, mentre i legali degli imputati hanno sempre sostenuto che non ci sia stata alcuna imperizia da parte loro: "Si è trattato di eventi inaspettati". "Non condividiamo la sentenza", ha commentato Lorenzo De Martino, avvocato della difesa insieme al padre Enrico e all’avvocato Francesco Maccari. "Aspettiamo di leggere le motivazioni, poi formuleremo il ricorso in appello."

Sono stati disposti risarcimenti di 1,4 milioni di euro per il marito, Andrea Tavolari, e i due figli della vittima. Altri 345 mila euro, complessivamente, sono previsti per i genitori, la sorella e la cognata della 38enne. "Almeno saprò cosa dire ai miei figli", ha commentato l'uomo all’uscita dal tribunale.

"Giustizia è stata fatta", ha affermato Duccio Panti, legale delle parti civili. "È stata riconosciuta la responsabilità degli operatori che, imprudentemente, in quella disgraziata notte hanno purtroppo provocato lesioni alla povera Anna, portandola, dopo oltre quattro mesi di agonia, alla morte. Cinque anni e mezzo di sofferenza soprattutto per i familiari, in particolare per il marito, che ha affrontato con grande dignità questo lungo processo senza mai perdere la calma. L’unico momento di visibile emozione è stato quando ha dovuto testimoniare in aula, liberando ciò che per anni aveva portato dentro con grande dolore".

Il processo proseguirà in Corte d’Appello. Le motivazioni verranno rese pubbliche entro novanta giorni e, successivamente, le difese dovrebbero presentare i ricorsi.

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