Muore a 90 anni, ma nessuno vuole occuparsi del funerale: “Era insopportabile”. E interviene il Comune
Ormai da tempo si era isolato Mario Bressan, l'uomo di 90 anni deceduto lo scorso 13 dicembre a Grantorto, in provincia di Padova, e quando la morta è sopraggiunta era da solo nella sua casa Ater di via Palù. È qui che lo ha trovato, ormai in fin di vita, la badante che lo assisteva da qualche anno e che gli era stata assegnata dal comune che lo seguiva attraverso gli assistenti sociali. Una vicenda di solitudine, come se ne raccontano tante, ma alla quale si aggiunge anche l'amarezza di un funerale del quale nessuno sembra volersi fare carico.
Nonostante vivesse da solo da anni e fosse in grosse difficoltà economiche, Bressan aveva una famiglia, tre figli nello specifico, oltre a diversi altri parenti lontani. Il rapporto con questi ultimi però, così come con i pochi amici che aveva in paese, si era raffreddato col tempo, sino a perdersi completamente. “Era insopportabile”, spiega chi lo conosceva così come riportato dal Mattino di Padova, mentre c'è chi racconta di una persona problematica.
Per evitare che si isolasse, dopo la separazione dalla moglie, nei suoi confronti il comune aveva attivato un piano, affidandolo ai servizi sociali che però nulla hanno potuto nel far sì che il rapporto tra lui e i suoi famigliari si ricucisse. E così, dopo la morte nessuno si è presentato in ospedale. Il cadavere del 90enne, dopo quasi tre settimane, giace ancora all'obitorio di Cittadella in attesa che siano disposti i funerali.
“Mario era malvisto da tutti, si atteggiava, era arrogante – spiega un compaesano – non pagava le spese condominiali, non portava fuori i rifiuti, non rispettava le regole”. Prima di andare in pensione, Bressan lavorava in banca, ma nel tempo le sue condizioni economiche sono peggiorate, tanto da essere costretto a mettere la propria auto all’asta. Difficoltà economiche che hanno spinto il comune di Grantorto ad attivarsi, come spiegato da Giannina Martini, assessore al Sociale del municipio di Grantorto.
“Ci siamo messi in contatto con la direzione dell’ospedale per capire come stiano le cose – spiega – e abbiamo capito le ragioni dello stallo. Nel caso i familiari non intendano occuparsi dell’addio del novantenne, siamo pronti a metterci a disposizione per garantire una degna sepoltura a Mario”.