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Mostro di Firenze, verso la riapertura del caso: nuove prove dalle larve trovate sui corpi di ultime vittime

Un esperimento sulla fauna cadaverica realizzato in questi giorni alla piazzola di Scopeti, dove vennero trovati i corpi di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, ultime vittime del “mostro di Firenze”, potrebbe smentire le dichiarazioni di Giancarlo Lotti, che incastrarono i “compagni di merende” Pacciani e Vanni. E aprire la strada alla revisione della processo che portò alla condanna all’ergastolo del postino di San Casciano.
A cura di Eleonora Panseri
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Il caso del "mostro di Firenze" resta uno dei più intricati e seguiti della storia del nostro Paese. Secondo la versione ufficiale, a uccidere le otto coppie tra il 1968 e il 1985 sarebbero stati i tristemente noti "compagni di merende".

Per l'omicidio delle ultime due vittime, Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, avvenuto l'8 settembre 1985, sono stati condannati Pietro Pacciani e Mario Vanni.Tuttavia, un recente esperimento condotto nella piazzola di Scopeti, il luogo dove la coppia aveva piantato la tenda e dove trovò la morte, potrebbe aprire alla revisione del processo che portò alla condanna all'ergastolo di Vanni (Pacciani è morto il 22 febbraio 1998, ndr).

La richiesta di revisione è stata fatta da un nipote del postino di San Casciano. A dare la notizia è stato il quotidiano La Nazione. Secondo le nuove ipotesi, l'omicidio potrebbe essere avvenuto prima, forse la sera di sabato o addirittura venerdì, il che implicherebbe che Giancarlo Lotti abbia mentito nelle dichiarazioni che portarono alla condanna di Pacciani e Vanni.

Le dichiarazioni di Lotti smentite dalle larve trovate sui cadaveri

"I risultati sono incoraggianti nello smentire in maniera categorica le dichiarazioni del teste oculare", ha detto alla Nazione l'entomologa Fabiola Giusti che, con il collega Stefano Vanin, ha ricreato, nello stesso luogo e negli stessi giorni del mese, l’ambiente in cui, nel primo pomeriggio di lunedì 9 settembre, un cercatore di funghi scoprì per caso nei due cadaveri.

Giusti e Vanin, esperti di entomologia forense, la scienza che studia la fauna cadaverica, quindi larve e mosche, hanno effettuato alcuni esperimenti arrivando alla conclusione, già ipotizzata all'epoca, che il delitto dei due turisti fosse avvenuto appunto prima della data "ufficiale".

Nei giorni scorsi, infatti, nella radura di Scopeti, è stata montata una tenda simile a quella della coppia di turisti. Dentro è stata posta della carne che, con il passare delle ore, ha iniziato il suo normale decorso e i due entomologi hanno osservato l'arrivo di larve e mosche. Una fauna cadaverica che sarebbe paragonabile a quella presente sul cadavere delle vittime, stando alle foto delle autopsie.

Gli avvocati di Vanni depositeranno entro l'anno la richiesta di revisione del processo

Sulla base di queste nuove scoperte, gli avvocati Valter Biscotti e Antonio Mazzeo, con la relazione dei loro consulenti, depositeranno entro l’anno la richiesta di revisione del processo conclusosi con la condanna di Vanni. Il tribunale competente è quello di Genova, che in passato aveva già respinto una richiesta analoga presentata dal difensore di allora di Vanni, l’avvocato Nino Filastò.

Oggi, però, oltre alla consulenza dei due entomologi, l’istanza potrebbe essere corredata da altri elementi che renderebbero poco credibili le dichiarazioni del ‘pentito', come ad esempio il taglio sulla tenda: secondo i legali, potrebbe essere uno strappo, non provocato da una lama, come invece raccontò Lotti. "Noi non cerchiamo l'assassino – ha detto Biscotti a La Nazione – ma ci sono processi che in un momento storico sono stati condizionati e che adesso meritano di essere rivisti".

Il ritrovamento del Dna sconosciuto

A questi elementi si aggiunge anche il ritrovamento di un Dna sconosciuto "isolato su uno dei proiettili usati nell'omicidio di Nadine Mauriot e Jean Michel Kraveichvili, le ultime vittime del mostro di Firenze", come ha reso noto tempo fa l'avvocato Vieri Adriani, che assiste i familiari di alcune vittime.

"Un Dna che ricorre anche sui proiettili di altri due delitti. – aveva spiegato ancora il legale – Potrebbe aprire nuovi scenari nel giallo infinito del killer delle coppiette la ricerca di Lorenzo Iovino, ematologo italiano che lavora negli Usa, dove si occupa di trapianti di midollo".

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