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Mostro di Firenze, morto il supertestimone Fernando Pucci

Morto a 86 anni Fernando Pucci, testimone di omicidi attribuiti al Mostro di Firenze. Era uno dei tre ‘compagni di merende’ di Pietro Pacciani.
A cura di Angela Marino
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Pietro Pacciani
Pietro Pacciani

È morto a San Casciano (Firenze) Fernando Pucci, supertestimone in due omicidi attribuiti al Mostro di Firenze. Pur essendo uno dei cosiddetti ‘compagni di merende' Pietro Pacciani, Mario Vanni e Giancarlo Lotti, depose contro Pacciani e Vanni nei processi per gli omicidi  Vicchio e Scopeti. Invalido al 100% perché affetto da oligofrenia un deficit del linguaggio, rischiò di essere a sua volta accusato di falsa testimonianza per le dichiarazioni spesso reticenti e contraddittorie. I giudici lo indicavano con il nome di teste ‘alfa'm insieme a ‘gamma' e ‘beta' che includevano anche Lotti, il ‘pentito' che diede il via alle indagini che dal 1995-96 seguirono la tesi che vedeva per alcuni dei delitti del mostro il concorso di più persone. Pucci aveva 86 anni. Il decesso è avvenuto in un ospizio per cause naturali domenica scorsa, ma la notizia è stata diffusa solo dopo i funerali. È stato sepolto nel cimitero di Montefiridolfi, il paesino della Val di Pesa dove aveva vissuto

Chiamato in causa da Lotti, salì sul banco dei testimoni nel 1997. Disse di aver visto Pacciani e Vanni sul luogo del delitto: il primo con la pistola su un lato della tenda dei francesi, il secondo con un coltello su un altro lato. Secondo l'uomo Pacciani e Vanni gli avrebbero intimato di andarsene altrimenti lo avrebbero ucciso. La vicenda del ‘mostro di Firenze' riguarda una serie di duplici omicidi avvenuti fra il 1968 e il 1985 nella provincia di Firenze. I media coniarono l'espressione riferendosi all'autore degli omicidi che vedevano vittime coppie di giovani fidanzati. Pietro Pacciani, agricoltore, fu condannato in primo grado per 7 degli 8 duplici omicidi e successivamente assolto in appello, è morto prima che si celebrasse un nuovo processo di appello dopo l'annullamento nel 1996 della sentenza di assoluzione da parte della Cassazione. Quello del mostro di Firenze fu il primo caso in Italia in cui venne utilizzata la parola serial killer. Nelle prime fasi di indagine i delitti non vennero collegati, solo in un secondo momento le modalità e la vittimologia suggerirono che si trattasse della stessa mano. Il killer sorprendeva giovani coppie mentre erano appartate in atteggiamenti intimi in auto. Le donne venivano mutilate e gli uomini uccisi a coltellate. Dall'arresto di Pacciani i delitti si sono interrotti.

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