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Mostro di Firenze, la cugina di Stefania Pettini: “Direi sì a riesumazione per avere verità dopo 50 anni”

Parla per la prima volta la famiglia di Stefania Pettini, la donna uccisa insieme al fidanzato dal Mostro di Firenze nel 1974. Dopo il ritrovamento di una traccia di Dna sconosciuta sul proiettile usato per uccidere una coppia francese nel 1985, la famiglia di Pettini ha dichiarato di essere favorevole alla riesumazione del corpo.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Non si è mai veramente conclusa la storia del mostro di Firenze e delle sue vittime. Dopo 50 anni, per la prima volta parla la famiglia di Stefania Pettini, vittima nel settembre 1974 dell'assassino seriale mai identificato. I parenti della donna, intervistati dal quotidiano La Repubblica, hanno dichiarato che se le autorità dovessero chiedere di riesumare il corpo di Pettini, sarebbero pronti a dare il loro consenso per avere finalmente la verità. Sarebbe infatti stato scoperto un Dna ignoto su uno dei corpi delle vittime di 3 omicidi del mostro di Firenze: più precisamente, la traccia è stata trovata su un proiettile usato per uccidere Jean Michel Kraveichvili e Nadine Mauriot Scopeti nel 1985. Lo stesso Dna ignoto ricorrerebbe su altri due reperti dei delitti del 1983 e 1984. 

La coppia francese uccisa dal Mostro di Firenze
La coppia francese uccisa dal Mostro di Firenze

Secondo gli avvocati Vieri Adriani e l'ematologo Lorenzo Iovino, le stesse tracce possono essere rinvenute anche su altre vittime. Un nuovo accertamento sul corpo di Pettini, che lottò con l'aggressore, potrebbe aiutare le autorità ad individuare il killer del più grande cold case italiano.

Sotto le unghie della donna uccisa nel 1974 potrebbero esserci ancora tracce di quel Dna ignoto. "Se dovessero chiedermi l'autorizzazione per riesumare il corpo di Stefania dicendomi che esiste anche solo una possibilità di scoprire la verità, io gliela darei. Non ci ho dormito la notte prima di rispondere. Sono passati 50 anni, ma io ho sempre detto che non voglio morire senza sapere chi l'ha uccisa e perché lo ha fatto" ha affermato Tiziana Bonini, cugina della vittima.

Pettini fu uccisa insieme al fidanzato Pasquale Gentilcore e con lui fu sepolta. I due furono sorpresi dal Mostro di Firenze a bordo di una 127 su una strada sterrata: lui fu ucciso con 5 colpi di pistola, lei accoltellata dopo una colluttazione nell'abitacolo della vettura, trascinata fuori e finita con una raffica di fendenti. Come ultimo oltraggio al corpo, il killer le inserì un tralcio di vite nella vagina.

La cugina della vittima ha raccontato di aver pensato di avviare le pratiche in Comune per spostare i resti della donna al cimitero insieme a quelli della mamma, Bruna Bonini. "Alle indagini è mancato qualcosa – ha spiegato ancora la cugina 67enne di Pettini -. La scena del delitto di Stefania non fu recintata, entrarono decine di persone. La sua borsa fu trovata in un fosso ma si seppe solo anni dopo. Leggende, falsità e cattiverie su quanto successo. se adesso ci fosse la possibilità di trovare l'assassino, io non posso negarla".

La mamma di Stefania Pettini, morta nel 2017, non ha mai saputo i dettagli della morte della figlia. "Diceva che le avevano portato via la sua bambina. Basta. Sapeva che le avevano sparato. Non ha mai saputo delle coltellate, men che meno del tralcio. Ha portato con sé tutta la vita un dolore muto, soffocato"

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