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Mostra video porno alla figlia di 10 anni, si masturba davanti a lei e la palpeggia

L’uomo, un 47enne algerino che vive a Civitanova, è stato rinviato a giudizio sia per violenza sessuale nei confronti della minorenne, che per maltrattamenti in famiglia e stalking nei confronti della convivente. Avrebbe anche minacciato di gettare acido addosso alla fidanzata: “Così diventi bella”.
A cura di B. C.
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“Così diventerai la più bella del mondo”. Con queste parole avrebbe minacciato di gettare acido addosso alla convivente. Non è tutto, avrebbe costretto la figlia di dieci anni della donna a guardare video porno, si sarebbe masturbato davanti a lei, per poi palpeggiarla. Sono accuse pesanti quelle alle quali deve rispondere un algerino di 47 anni che vive a Civitanova. I fatti contemplati dall'accusa comprendono un arco di 9 anni, tra il 2006 e il 2015: l’uomo aveva avuto una lunga relazione con una polacca, dalla quale aveva avuto anche una figlia. Ma la convivenza tra i due sarebbe stata terribile per la povera donna: continue minacce (di bruciarla con l’acido, di darle fuoco nel ristorante dove lei lavorava, di tagliarle la gola) ingiurie, pestaggi (in un caso l’avrebbe sbattuta contro una porta, causandole lesioni con una prognosi di otto giorni) e oggetti lanciati contro di lei.

Sembra che il 47enne abbia coinvolto anche la figlia di 10 anni nelle violenze: le avrebbe mostrato materiale pornografico, compiuto atti di autoerotismo davanti a lei e in almeno tre occasioni le avrebbe palpeggiato il seno. Ad un certo punto mamma e figlia hanno deciso di lasciare la casa che condividevano con l’uomo, per tornarci solo quando l’uomo era assente. Successivamente il nordafricano si era trovato sotto processo con le accuse di violenza sessuale, maltrattamenti in famiglia e stalking. Così che il tribunale dei minori di Ancona ha disposto l’allontanamento dell’uomo dalla casa della convivente. Ma le minacce e lo stalking sarebbe continuato. Ieri per lui a Macerata si è tenuta l’udienza preliminare, al termine della quale, accogliendo la richiesta formulata dal pubblico ministero Enrico Riccioni, il giudice Enrico Pannaggi ha rinviato a giudizio l’imputato: il processo comincerà a novembre. L’algerino respinge le accuse, sostenendo di non aver fatto nulla di quanto gli viene contestato.

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