Morto Vinicio Riva, l’abbraccio col Papa aveva commosso il mondo: “Un modello per gli altri”
È morto Vinicio Riva, l’uomo affetto da una grave forma di Neurofibromatosi che gli aveva sfigurato il volto e il cui abbraccio con Papa Francesco aveva commosso il mondo. A Darne notizia è stato il presidente della Regione Veneto Luca Zaia. Vinicio Riva, 63enne originario di Isola Vicentina, si è spento ieri all'ospedale di Vicenza dove era ricoverato proprio a seguito delle conseguenze della malattia.
Una vita lunga a dispetto di quanto gli avevano diagnosticato i medici che da piccolo gli avevano detto che sarebbe morto intorno ai 30 anni per la grave malattia ereditaria che colpisce le cellule nervose. Riva era affetto da neurofibromatosi di tipo 1 o malattia di Von Recklinghausen, una malattia genetica che colpisce le cellule nervose con complicanze gravi dal punto di vista neurologico.
Una malattia che aveva ereditato dai genitori e che gli aveva portato conseguenze gravi sia dal punto di vista fisico che sociale. Vinicio, che per anni ha lavorato in una casa per anziani di Vicenza, era consapevole che alla vista del suo volto sfigurato molti si spaventavano. Anche per questo aveva descritto come un sogno l’abbraccio del Papa avvenuto dieci anni fa. "Quando Papa Francesco mi ha abbracciato, ho sentito quasi un brivido, un calore forte” aveva spiegato l’uomo.
“L’immagine di un lungo abbraccio tra Papa Francesco e Vinicio durante un’udienza ha fatto il giro del mondo, ricordando a tutti che l’inclusione e la socializzazione, di fronte a tutte le barriere che potrebbero creare isolamento nella malattia, sono un diritto universale per i malati e un dovere per tutta la società” ha ricordato il Governatore Zaia, aggiungendo: “Per questo gli siamo grati e lo ricorderemo. In un mondo in cui per alcuni l’inseguimento della perfezione esteriore del corpo e l’esasperazione di alcune forme di salutismo sembrano essere una via imprescindibile, Vinicio è stato un modello nell’espressione di grandi valori e rapporti umani nella malattia, anche quella, come nel suo caso, fortemente deturpante".
"Una rara patologia gli ha reso la vita difficile ai limiti dell’impossibile fin da ragazzo ma, anche grazie all’aiuto di chi gli ha voluto bene, ha saputo dimostrare in una vita pur breve grande dignità e valore della vita nella sofferenza divenendone un modello che ha tracciato una via di attenzione e rispetto. In questo momento invio le mie condoglianze ai familiari e agli amici”, ha concluso Zaia.