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Morto suicida Vicenzo Urbisaglia in carcere a Potenza: era accusato dell’omicidio della moglie

Si è tolto la vita in prigione Vincenzo Urbisaglia, l’81enne detenuto a Potenza e accusato di aver ucciso a Maschito lo scorso 30 giugno la moglie Rosetta Romano, 73 anni. A darne notizia sono i sindacati di polizia penitenziaria, tra cui Aldo di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp. È il 55esimo suicidio nelle carceri italiane.
A cura di Eleonora Panseri
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Immagine di repertorio
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Si è tolto la vita in prigione Vincenzo Urbisaglia, l'81enne detenuto a Potenza e accusato di aver ucciso a Maschito lo scorso 30 giugno la moglie Rosetta Romano, 73 anni. A darne notizia sono i sindacati di polizia penitenziaria, tra cui Aldo di Giacomo, segretario generale del sindacato di polizia penitenziaria Spp. "È il 55esimo suicidio" nelle carceri italiane, commenta il sindacalista.

"Questo caso dimostra chiaramente che vi è bisogno di rivedere il sistema di accesso al carcere. Siamo abbandonati a noi stessi, le carceri stanno vivendo il peggior momento nella storia della repubblica, la politica sta dando il peggio in termini di incapacità di analisi e risoluzioni di un problema che è sotto gli occhi di tutti", ha aggiunto di Giacomo.

"Il rispetto per le vita non interessa alla politica come la condizioni disumane in cui si vive nelle carceri italiane sia per i detenuti che per gli operatori penitenziari".

"In qualsiasi altro Stato le dimissioni del ministro e del sottosegretario Del mastro sarebbe state automatiche da noi sembra quasi un merito non essere capaci di trovare soluzioni. Nel frattempo ci aspetta un estate di rivolte, fughe di massa e vite spezzate sia tra i detenuti che tra gli agenti", conclude.

Secondo quanto è stato ricostruito nei giorni scorsi, la moglie di Urbisaglia sarebbe morta per soffocamento, lui l'avrebbe strangolata al termine di un litigio. Sul corpo era stata disposta anche l'autopsia per stabilire con esattezza la causa del decesso. Da un primo esame erano stati esclusi traumi esterni.

L'uomo, operatore ecologico in pensione, era stato portato in un primo momento nel carcere di Melfi. Subito dopo il delitto sul posto era arrivato rapidamente anche il sostituto procuratore della Repubblica di Potenza che coordinava le indagini degli investigatori.

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