Morto nel pozzo, la confessione della moglie: “Decesso naturale, poi gettato giù da figlia e genero”
Giuseppe Pedrazzini sarebbe morto per cause naturali, poi la figlia e il genero lo avrebbero gettato nel pozzo, dove è stato ritrovato dopo mesi. Sarebbe questa parte della confessione fornita agli inquirenti da Marta Ghilardini, 63 anni, moglie di Beppe, l’uomo di 77 anni il cui cadavere è stato rinvenuto l’11 maggio scorso, dopo una scomparsa durata diverse settimane, nell'impianto presente nella loro abitazione di Toano, sull'Appennino in provincia di Reggio Emilia.
Subito dopo il ritrovamento del corpo dell’anziano erano stati arrestati tutti i suoi familiari: la moglie Marta, appunto, insieme alla figlia Silvia Pedrazzini e il genero Riccardo Guida. Scarcerati tutti dopo quattro giorni, attualmente la moglie di Pedrazzini è sottoposta all’obbligo di firma, mentre la figlia e il genero sono tenuti a stare fuori dai confini dell’Emilia-Romagna. Ed è stata la moglie dell’anziano trovato morto nel pozzo a dare una svolta alle indagini e fornire delle dichiarazioni accusando di fatto i familiari.
La donna si è recata sabato, spontaneamente e senza l'assistenza di un legale, dai carabinieri di Castelnovo Monti per poi confermare la sua versione dei fatti in un interrogatorio ieri in Procura a Reggio Emilia. Secondo il suo racconto, Pedrazzini sarebbe morto l’8 marzo scorso. La donna ha parlato di cause naturali, col marito che si sarebbe spento tra le sue braccia. Il movente di questo gesto sarebbe stato la volontà da parte dei tre di continuare a incassare la pensione dell’uomo. Ma sono tanti ancora gli aspetti da chiarire: dal movente economico, che non convince del tutto dato che da agricoltore aveva una pensione modesta, a come l’anziano sia finito nel pozzo, se già morto o ancora in vita. Sul caso continuano a indagare i carabinieri coordinati dal pm Piera Cristina Giannusa.