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Morto l’alpinista Oliviero Bellinzani, “L’uomo con le ali” che scalava senza una gamba

Dal 1977 scalava le montagne, nonostante gli fosse stata amputata una gamba. Bellinzani è stato travolto da una frana sul Grauhorn, vetta delle Alpi Lepontine in Svizzera. La notizia ha sollevato il cordoglio del mondo dell’alpinismo, dove Oliviero era molto conosciuto.
A cura di Valeria Morini
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Tragedia nel mondo dell'alpinismo. È stato identificato lo scalatore trovato morto venerdì a causa di una caduta poco sotto la cima del Grauhorn, vetta delle Alpi Lepontine (in Svizzera). Si tratta di Oliviero Bellinzani, da tutti conosciuto con il soprannome "L’uomo con le ali". Dal 1977, Bellinzani scalava le montagne pur essendo rimasto senza una gamba. Aveva 59 anni.

La triste notizia arriva dal Cai di Luino, dove Bellinzani abitava. L’alpinista sarebbe stato travolto da una frana di sassi e trascinato a valle, mentre il suo compagno di scalata. La notizia è stata confermata dalla figlia Xania: "Oliviero, mio padre, ieri ci ha lasciati. Il vento lo ha preso con sé. Il dolore è immenso come il vuoto che lascia alla sua famiglia e a tutta la comunità montanara. Ci rimangono i suoi sogni e tutta la forza di volontà che solo lui sapeva trasmettere a tutti noi".

Il cordoglio di tanti amici e ammiratori si è riversato sulla pagina Facebook dell'uomo, che era molto noto nell’ambiente. Le sue imprese erano popolari anche grazie ai video che Bellinzani pubblicava regolarmente su YouTube. La passione per le scalate è iniziata proprio dopo il terribile incidente subito 38 anni fa, quando ad Oliviero, allora appena ventenne, venne amputata una gamba. Da allora, iniziò a dedicarsi alle arrampicate: in quasi quattro decenni, sono circa mille le vette conquistate da "L'uomo con le ali". Proprio nella sua pagina Facebook, in un post di alcuni mesi fa, lo stesso Bellinzani sintetizzava così il significato della grande passione che lo spingeva a sfidare le montagne nonostante la sua menomazione.

Mi è sempre piaciuto esplorare, andare alla ricerca e alla scoperta di cose nuove. Da piccolo ero amante dei romanzi di avventure, le sognavo anche per me, il mistero, l’incerto, mi hanno sempre affascinato. Non ho mai amato la competizione, non mi stimola, il mio obiettivo non è mai stato tagliare per primo un traguardo, prevalere su avversari, semmai confrontarmi e rapportarmi con gli altri, dai quali posso imparare ma ai quali posso anche insegnare qualcosa.

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