Morto Ezio Berti, l’alpinista che aveva scalato 25 volte l’Himalaya ucciso dal coronavirus
Non ce l’ha fatta Ezio Berti, lo scalatore veneto protagonista dell’alpinismo veronese è morto nelle scorse ore a causa del coronavirus. Dell’avventura in montagna aveva fatto la sua vita arrivando a scalare per ben 25 volte l’Himalaya ma non è riuscito a superare l’ultima scalata contro il covid-19 che ha colpito tutta la sua famiglia portandosi via anche la moglie. L’80enne di San Giovanni Lupatoto, nel Veronese, è morto in ospedale a Villafranca dove era ricoverato dopo il trasferito da Borgo Roma dove era rimasto per oltre un mese. Era già in ospedale quando anche la moglie Gema alcune settimane fa è scomparsa per sempre portata via a sua volta dallo stesso terribile virus.
Il Covid-19 aveva colpito anche il figlio Remo, rimasto ricoverato in terapia intensiva per settimane prima di riuscire a riprendersi. Un periodo devastante per tutta la famiglia quando mamma, padre e figlio, erano ricoverati in ospedale in terapia intensiva. “Un dolore immenso, straziante” ha raccontato la figlia Elisabetta. Solo il più giovane alla fine è riuscito a superare quei momenti bui dopo essere rimasto per settimane intubato, perdendo però entrambi i genitori.
La morte di Ezio Berti ha colpito profondamente la comunità locale e tutto il mondo dell’alpinismo veronese che per settimane aveva seguito la crisi della famiglia Berti sperando fino all’ultimo che il protagonista di tante sfide potesse superare anche questa. In tanti hanno voluto ricordarlo sui social attraverso i suoi gesti, la sua vita e in montagna ma anche il suo “grande cuore che non ha retto nella sua strenua lotta contro questo maledetto virus” come ha fatto il Gruppo Alpino Scaligero Verona. "Voglio immaginarlo con ramponi e piccozza affrontare una delle sue tante escursioni di alta quota e da lassù osservare e osservarci quando un giorno torneremo a salire sentieri e frequentare rifugi. Ciao Ezio il Vecchio, non ti dimenticheremo" è uno dei messaggi di chi lo aveva conosciuto.