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Morto Etile Carpenè, addio al padre del Prosecco: “Punto di riferimento dell’enologia”

Con la morte di Etile Carpenè, patron di Carpenè Malvolti, “se ne va uno dei punti di riferimento dell’enologia veneta” ha scritto il governatore Luca Zaia. L’azienda di famiglia fu primissima a produrre il prosecco spumante e oggi è la più longeva casa spumantistica italiana con 156 anni di attività.
A cura di Antonio Palma
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È morto all’età di 80 anni Etile Carpenè, imprenditore ed enologo padre del Prosecco italiano che, con l’azienda di famiglia, fu il primissimo a produrre sulle colline di Conegliano e Valdobbiadene. Ad annunciare la scomparsa di Carnenè la stessa famiglia con un post pubblico sui profili social dell’azienda. L’80enne si è spento ieri 23 ottobre a Conegliano, suo luogo di origine in Provincia di Treviso, lasciando la moglie Nicoletta e la figlia Rosanna.

“Con profondo cordoglio la famiglia Carpenè e i dipendenti della Carpenè Malvolti annunciano la scomparsa di Etile Carpenè. Ha amato il Prosecco e la sua terra, tramandando con rispetto e dedizione i valori fondanti dell’azienda di famiglia Carpenè-Malvolti, prima al mondo a produrre il vino spumante delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene” si legge nel post social, che aggiunge: “Etile Carpenè ha dedicato la sua vita alla ricerca e alla cultura enologica, ispirando generazioni di studenti e professionisti con la sua passione e il suo impegno nel promuovere il rispetto per il territorio. Nell'ultimo periodo aveva lasciato la guida della Carpenè Malvolti alla figlia Rosanna, attuale Amministratore Delegato della S.p.A. di famiglia, che porterà avanti l’operato del padre con amore e passione”.

Condoglianze per la morte di Carpenè sono arrivate da tutto il mondo imprenditoriale e politico veneto a partire dal Presidente della Regione Luca Zaia. “Con Etile Carpenè, patron di Carpenè Malvolti, se ne va uno dei punti di riferimento dell’enologia veneta: la sua azienda, primissima a produrre il prosecco spumante sulle colline di Conegliano e Valdobbiadene, è ad oggi la più longeva casa spumantistica italiana con 156 anni di attività” ha scritto il Governtaore.

“La sua vita è simbolo di quello che io chiamo ‘dna veneto’, fatto di spirito di iniziativa, dedizione, idee e passione per il lavoro” prosegue la nota di Zaia che aggiunge: “La sua presenza in azienda ha ispirato generazioni di giovani, anche perché aveva iniziato dal basso, come operaio, pur essendo figlio del titolare e vantando già una laurea in Enologia e una in Chimica. Divenuto prima amministratore delegato e poi presidente della Cantina, l’aveva innovata adeguandola ai tempi, pur mantenendone salde le radici e l’identità”.

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