Morto De Crescenzo, se ne va un pezzo di storia della pallanuoto italiana e napoletana
Con la morte di Paolo De Crescenzo se ne va un pezzo di storia della pallanuoto italiana e napoletana. Partenopeo, 67 anni molti dei quali trascorso a bordo vasca nelle vesti di atleta, appassionato e allenatore, s'è spento nella sua casa di Varcaturo (Napoli) nella scorsa notte. Un male incurabile l'ha consumato poco alla volta, nelle ultime ore di vita accanto a lui c'erano la compagna Cinzia, i figli Brunella e Francesco e i fratello Massimo, anch'egli tecnico della stessa disciplina.
La pallanuoto napoletana ha scritto con De Crescenzo le pagine più belle e raccolti successi storici: c'era anche lui tra i protagonisti della leggendaria Canottieri Napoli allenata da Fritz Dennerlein, un club capace di conquistare ben 4 scudetti e la Coppa Campioni portando gloria e trofei nelle acque azzurre Golfo.
A 33 anni, una volta divenuto allenatore, si mise al timone del Posillipo e lo condusse nella storia conquistando il primo di 9 scudetti nel 1985: ironia della sorte, lo fece battendo in finale proprio la Canottieri che era stata la sua seconda casa. Non è finita, però, perché De Crescenzo trasformò in oro quel periodo che lo vide alla guida della società rossoverde: con il Circolo avrebbe messo in bacheca anche 2 Coppe dei Campioni, 2 Coppe delle Coppe, 2 Coppe Italia e 1 Supercoppa europea.
La carriera di De Crescenzo è stata sfumata anche d'Azzurro, quello della Nazionale, oltre a esperienze con il Recco e la terza squadra napoletana, l'Acquachiara presieduta da uno dei suoi allievi, Franco Porzio. Più di recente, prima che la malattia lo costringesse a letto, si occupava della supervisione tecnica del centro di pallanuoto di Brusciano (Napoli), che aveva quale riferimento i suoi atleti Fabio Bencivenga e Fabio Violetti.