Alessandro Cecilioni non ce l’ha fatta. Avevamo raccontato la sua battaglia durata ben otto anni contro la malattia: una grave forma tumorale al cervello chiamata ”glioblastoma multiforme di quarto grado” che lentamente lo stava spegnendo. Aveva 54 anni, viveva a Senigallia (Ancona) ed era un ex cuoco e metronotte, poi manutentore di hotel.
“Sembrerebbe una storia come tante ma non lo è. Non si è mollato mai perché è finita solo quando è finita, non prima; perché la vita è tanto preziosa e non si può, non si deve mollare, mai! Oggi il dolore è tanto pur essendo preparati ad ogni evenienza, ma Alessandro ci insegna che proprio lui ha fatto il possibile, vivendo intensamente questo difficile momento della sua vita.”
Ad annunciarne la scomparsa è stata sua figlia Rosy proprio su Facebook, dove Alessandro aveva lanciato una campagna il cui obiettivo era quello di raccogliere 172.000 euro necessari per provare a curarsi in Germania (al momento, di questi erano riusciti a raccoglierne 30.000 di euro). La sua ultima speranza era infatti diventata la clinica dell’oncologo-virologo Arno Thaller, a Markt Berolzheim (nell’Alta Baviera, tra Augusta e Norimberga). I primi risultati sembravano, a detta della famiglia, essere già arrivati con una miglior attività cerebrale e motoria.
“Sono state tante le persone da ogni parte d’Italia che hanno dato il loro contributo per sostenerlo – prosegue il comunicato- . Tra loro anche tutti quei ragazzi giovanissimi che per lui hanno organizzato ‘Un concerto per la vita', mossi da valori che è difficile trovare in persone così giovani.”
Quel concerto si terrà comunque il 26 marzo al Teatro "La fenice" di Senigallia: cambiano le finalità, ma sempre per la vita questi ragazzi suoneranno e canteranno ricordando Alessandro. Il ricavato del concerto verrà devoluto in parte ai Cecilioni per sostenere le tante spese sostenute ad oggi, in parte alla ricerca affinché qualcun altro possa avere nuove speranze.
Alessandro lascia la moglie Fausta, i figli Rosy e Lorenzo, e il genero Alessio, il quale nell’ultima intervista a Fanpage aveva ribadito che i fondi raccolti sarebbero andati alla ricerca qualora suo suocero non ce l’avesse fatta.