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Morti sospette all’ospedale di Piombino: assolta l’infermiera Fausta Bonino

L’accusa aveva chiesto per lei la condanna all’ergastolo, ma la Corte di Appello di Firenze ha scagionato l’imputata, assolvendola dall’accusa di omicidio plurimo volontario.
A cura di Antonio Palma
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Sentenza ribaltata in appello e assoluzione per Fausta Bonino, l'infermiera accusata di aver ucciso 9 pazienti morti all'ospedale di Piombino tra il 2014 e il 2015. La donna era stata condannata in primo gradoper quattro dei decessi sospetti al centro del processo a suo carico ma oggi la Corte di Appello di Firenze ha scagionato l'imputata, assolvendola dall'accusa di omicidio plurimo volontario. "Ancora non ci credo. Mi hanno creduta, non ho mai ucciso nessuno" è stato il commento a calo della donna. Per Fausta Bonino si tratta infatti di una assoluzione piena con la formula "per non aver commesso il fatto". Una sentenza accolte dalle lacrime dalla stessa imputata che era presente nel palazzo di giustizia fiorentino accompagnata dai familiari. "Non potevano accusarmi per delle menzogne dette da qualcuno, non c'era altro" ha aggiunto Bonino.

Per Fausta Bonino assoluzione per non aver commesso il fatto

Durante l'arringa l'accusa aveva chiesto per lei la condanna all’ergastolo per nove dei dieci casi di morti sospette avvenute tra il settembre 2014 e il settembre del 2015 nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Villamarina di Piombino, in provincia di Livorno, dove lavorava come infermiera. La Corte d’Assise d’appello di Firenze però è stata di diverso avviso, accogliendo le richieste di assoluzione avanzate dai legali della 58enne. Per i giudici dunque la donna non ha ucciso quei pazienti morti nel reparto di rianimazione dell’ospedale con iniezioni di eparina, così come sostenuto dalla Procura. Nella stessa sentenza la Corte hanno dichiarato inoltre sospesa la condanna a un anno e mezzo di carcere per ricettazione comminata alla donna sempre in primo grado per alcuni medicinali che furono trovati nella sua abitazione durante la perquisizione effettuata al momento del suo arresto.

Le morti sospette a Piombino e il caso dell'infermiera

Le indagini a carico dell'infermiera di Piombino erano partite nel lontano marzo 2016, quando venne individuata dai carabinieri dei Nas come l'infermiera killer responsabile una lunga serie di morti sospette nell'ospedale di Piombino, prima tredici, poi scese a dieci. Per gli inquirenti quelle morti furono causate dall'uso "deliberato e fuori dalle terapie prescritte" di eparina in dosi tali da "determinare il decesso" provocato da improvvise emorragie. Da allora la vicenda ha avuto numerosi colpi di scena giudiziari. Il Tribunale del Riesame infatti poco dopo annullò l'ordinanza di arresto e scarcerò la donna perché gli indizi erano "privi di concordanza”. Le indagini a carico della donna, nel frattempo sospesa dall'Asl, però proseguirono fino al processo e alla sentenza di primo grado davanti la Gup che però l'aveva condannata solo per quattro delle morti sospette mentre per gli altri sei casi portati in Aula, secondo il giudice "il fatto non sussiste". Ora l'assoluzione per tutti i decessi con formula piena

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