Morti sospette a Piombino, Asl condannata a pagare 920mila euro ai familiari di una vittima dell’infermiera
L’Asl dovrà risarcire i familiari di una delle presunte vittime di Fausta Bonino, l’ex infermiera a Piombino condannata nell'appello bis all'ergastolo per la morte di quattro pazienti. Il tribunale civile di Livorno ha condannato l'Azienda sanitaria a risarcire i parenti di un uomo morto a 78 anni con oltre 920 mila euro tra risarcimenti e spese legali. A chiedere i danni sono stati moglie, figli, fratello e nipoti dell’uomo.
Per il giudice, a darne notizia è La Repubblica di Firenze, quella del 78enne sarebbe stata l'ennesima morte sospetta nell'ospedale di Piombino dove lavorava Bonino e alcune analisi mediche già avevano rivelato "gravi anomalie" in più decessi. L'Azienda sanitaria quindi "avrebbe dovuto immediatamente assumere iniziative per individuare le cause di questa impennata (sul piano statistico) di queste morti anomale".
Il legale della famiglia della vittima, l'avvocato Alessandro Napoleoni, ha deciso di distinguere la responsabilità penale dalla richiesta danni in sede civile, per la quale è stata citata l'Azienda sanitaria. L’uomo fu ricoverato nell’ospedale di Piombino nel giugno del 2015 per insufficienza respiratoria. A inizio luglio morì per "un improvviso ed apparentemente inspiegabile sanguinamento".
A fine anno i carabinieri scoprirono più morti sospette nel reparto di anestesia e rianimazione. Poi scattò il procedimento per l’infermiera, inizialmente accusata per 10 morti sospette avvenute fra il 2014 e il 2015. Dopo un primo ergastolo e una assoluzione in appello, la Cassazione ha disposto un nuovo appello per quattro pazienti morti, confermando l'assoluzione per gli altri sei casi e il 29 maggio scorso è arrivata per Bonino una nuova condanna all'ergastolo per quattro decessi.