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Tragedia del Natisone

Morti annegati nel Natisone, la mamma di Patrizia: “Giusto indagare sui soccorsi, c’era il tempo per salvarli”

La famiglia di Patrizia Cormos ha accolto con soddisfazione la decisione della Procura di Udine di indagare tre operatori del soccorso per la tragedia del Natisone. “Niente potrà restituirmi mia figlia ma vorrei che chi ha sbagliato lo ammettesse e spiegasse perché i soccorsi sono arrivati così tardi e impreparati” ha dichiarato la mamma della ventenne.
A cura di Antonio Palma
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"È giusto indagare sui soccorsi perché il tempo per salvarli c’era” ne è convinta la mamma di Patrizia Cormos, la 20enne trascinata via dalla piena del Natisone insieme agli amici Bianca Doros e Cristian Molnarn il 31 maggio scorso. La famiglia della ragazza ha accolto con soddisfazione la decisione della Procura di Udine di indagare tre operatori del soccorso: un operatore della Sores di Palmanova, la sala operativa regionale per le emergenze sanitarie, e tre Vigili del fuoco, un capoturno e due addetti della centrale operativa di Udine.

La famiglia ha sempre insistito sulla necessità di fare luce sulla catena dei soccorsi che non ha evitato la tragedia. Attraverso i propri legali, Maria Mihaela Tritean ha sempre sottolineato agli inquirenti e alla Procura di Udine il lungo tempo trascorso dalla prima chiamata di soccorso all’arrivo dei primi operatori sul posto e le ulteriori chiamate al 112 da parte dei tre ragazzi.

Bianca Doros, Patrizia Cormos e Cristian Casian Molnar
Bianca Doros, Patrizia Cormos e Cristian Casian Molnar

“Niente potrà restituirmi mia figlia"

“Mia figlia ha chiamato quattro volte il 112 per chiedere aiuto. E giusto che siano indagati gli operatori. È con loro che mia figlia ha parlato e sono loro che, in base a quanto riferito sul pericolo che stavano correndo, hanno deciso il da farsi” ha sottolineato a Repubblica la donna ancora devastata dal dolore che solo una mamma che perde un figlio può capire.

“Niente potrà restituirmi mia figlia e mi manca tantissimo ma vorrei che chi ha sbagliato lo ammettesse e spiegasse perché i soccorsi sono arrivati così tardi e impreparati” ha aggiunto la mamma di Patrizia Cormos.

L'ultima telefonata: "Venite a salvarci, avvisate mia mamma"

Secondo quanto ricostruito finora, Patrizia e gli amici si erano visti bloccati e avevano subito chiamato i soccorsi quando l’acqua aveva circondato la lingua di terra sulla quale erano arrivati. "Nel telefono i Patrizia c'è tutto. Ci sono le 4 telefonate, le foto e i video. Quando è arrivata sulla spiaggetta, alle 13.18, ha fatto una foto. Ci sono immagini che mostrano tutto e fino all'ultimo. Anche la gente che era sul ponte. Si potevano salvare. Questi ragazzi sono stati lasciati lì da soli” aveva raccontato nei mesi scorsi la stessa Mihaela. Drammatica sopratutto l'ultima telefonata delle le 13,47 che sembra un’implorazione: "Venite a salvarci, avvisate mia mamma"

Il reato ipotizzato al momento è quello di omicidio colposo. I quattro indagati hanno ricevuto un invito a comparire il 4 dicembre in Procura per un interrogatorio. Non è invece indagato il personale che è intervenuto sul posto. Nessuno dei Vigili del fuoco che hanno cercato di salvare i ragazzi è coinvolto nell'inchiesta.

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