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Morte Patrizia Nettis, i genitori si oppongono alla richiesta di archiviazione del caso: “Vogliamo la verità”

La Procura di Brindisi ha chiesto l’archiviazione del caso di Patrizia Nettis, la 42enne trovata impiccata nella sua casa di Fasano il 29 giugno 2023. I genitori della donna non credono all’ipotesi del suicidio e non vogliono arrendersi. Venerdì 27 settembre il loro avvocato, Giuseppe Castellaneta, ha depositato un’istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione.
A cura di Eleonora Panseri
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Patrizia Nettis
Patrizia Nettis

La Procura di Brindisi ha chiesto l'archiviazione del caso di Patrizia Nettis, la giornalista di 42 anni trovata impiccata nella sua casa di Fasano il 29 giugno 2023. Ma la famiglia della 42enne, assistita dall'avvocato Giuseppe Castellaneta, non crede all'ipotesi del suicidio e non vuole arrendersi.

Ieri, venerdì 27 settembre, il legale dei genitori di Nettis ha depositato un'istanza di opposizione alla richiesta di archiviazione presentata dal pubblico ministero Giovanni Marino. Il 9 agosto scorso Castellaneta ha ricevuto tutta la documentazione sul caso e gli atti d'indagine: 1600 pagine di materiale raccolto in oltre un anno.

Secondo la Procura non ci sarebbero i presupposti per accogliere le numerose istanze di riesumazione della salma presentate dall'avvocato Castellaneta che, insieme ai familiari, resta invece convinto del fatto che l'esame autoptico sia fondamentale per chiarire quali sono state le circostanze e le cause della morte della 42enne, addetta stampa del Comune di Fasano e mamma di un bimbo di 11 anni.

"Dall’analisi di tutte le dichiarazioni rese dai protagonisti della vicenda e dai testimoni individuati – ha spiegato l’avvocato Castellaneta, citato dal Corriere del Mezzogiorno – riteniamo ci siano tutti i gravi indizi che legittimano la nostra richiesta di esame autoptico della salma".

"Ho definito le conclusioni del pm "IRRICEVIBILI" per i motivi che saranno esplicitati nella nostra opposizione all'archiviazione. In quell'aggettivo sono condensate 50 giornate e 50 nottate di studio degli atti, di stupore e rabbia per non aver potuto fare i necessari riscontri per carenze nelle indagini", aveva scritto su Facebook il padre di Patrizia Netti, Vito.

"A conti fatti, sono state giornate e nottate ben spese, sebbene a danno non trascurabile per la salute, perché dedicate alla battaglia civile a favore della verità, condotta in nome di Patrizia, giornalista che ha sempre posto la verità a fondamento del suo lavoro. – ha aggiunto – Rinnoviamo il più vivo ringraziamento a tutti coloro che ci hanno sostenuto e che vorranno continuare a sostenerci in questa battaglia".

Dall’1.30 alle 3.40 della notte della morte della donna due uomini legati sentimentalmente alla 42enne, e con cui avrebbe avuto un'animata discussione, si sono scambiati decine di messaggi su Whatsapp nei quali avrebbero rivolto a Nettis minacce, insulti sessisti e violenti.

Nelle chat uno avrebbe scritto: "Che schifo, ma non la passa liscia questa volta. Non esiste, ha scherzato col fuoco una, anzi due volte. Ora ha finito di campare". Soltanto lui, un imprenditore locale, è stato indagato nell’inchiesta per istigazione al suicidio e stalking.

L'altro, invece, il sindaco di Fasano Francesco Zaccaria, è stato considerato dagli inquirenti solo persona informata dei fatti. Anche se avrebbe avuto, secondo la famiglia, un ruolo simile a quello dell'altro uomo.

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