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Morte Imane Fadil, manca poco all’autopsia: “Prima la famiglia vedrà la salma”

Cresce l’attesa per l’autopsia sul corpo di Imane Fadil, la modella 34enne, testimone chiave nel processo Ruby Ter, morta in circostanze misteriose il primo marzo scorso. L’analisi autoptica potrebbe cominciare già oggi, dopo che il fratello e il legale della famiglia della donna avranno visto la sua salma per il riconoscimento: “Vogliamo solo sapere la verità”.
A cura di Ida Artiaco
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C'è attesa per l'autopsia sul corpo di Imane Fadil, la modella 34enne, e testimone chiave dell'accusa contro Silvio Berlusconi imputato nel processo Ruby Ter, morta in circostanze misteriose lo scorso 1 marzo alla clinica Humanitas di Rozzano. Dopo l'esito negativo dei test sulla presenza di sostanze radioattive nei suoi tessuti, solo l'esame autoptico potrà aiutare a risolvere il giallo che sta diventando un vero e proprio rompicapo per gli inquirenti impegnati nel caso. La data non è ancora stata stabilita ma di certo non manca molto. Prima, però, la sua famiglia ne dovrà vedere la salma. Proprio nel pomeriggio di oggi, martedì 26 marzo, alle 14:30 il fratello della donna, Tarek, e il legale Mirko Mazzali saranno all'Istituto di medicina legale di Milano per il riconoscimento del cadavere.

"La famiglia di Imane non ha tesi precostituite, vuole sapere la verità e si affida al lavoro della magistratura, ai pm che stanno facendo un lavoro ottimo. Non propendiamo per nessuna ipotesi, siamo soddisfatti per il lavoro dei pm che stanno conducendo un'indagine a 360 gradi", ha detto l'avvocato, che è stato designato pochi giorni fa dai Fadil, dopo i contrasti con il legale precedente, Paolo Sevesi. Dopo che si sarà completata questa procedura, si svolgerà l'autopsia, che potrebbe cominciare già nel tardo pomeriggio. Proprio ieri, il procuratore aggiunto di Milano Tiziana Siciliano e i pm Luca Gaglio e Antonia Pavan hanno conferito l'incarico per l'esame autoptico al pool di consulenti guidato dall'anatomopatologa Cristina Cattaneo.

Intanto, si attende anche l'arrivo degli esami svolti la settimana scorsa dall'Istituto di radioprotezione Enea per individuare eventuali tracce di radioattività nei tessuti della modella marocchina, come disposto per scrupolo dalla Procura dopo che gli accertamenti all'Istituto di medicina legale hanno escluso la presenza di elementi radioattivi facendo cadere l'ipotesi di avvelenamento per radioattività. Al momento, due sono le ipotesi principali su cui si stanno concentrando gli inquirenti per spiegare la morte di Imane, dopo aver accantonato quella legata alla presenza di elementi radioattivi: e cioè il decesso per avvelenamento (proprio la modella aveva confessato ai medici dell'Humanitas di temere di essere stata avvelenata) o a causa di una malattia rara. Dubbi che, però, solo i risultati dell'autopsia potranno dissipare una volta per tutte.

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