Morte Dora Lagreca, no del gip di Potenza all’archiviazione: altri otto mesi per far luce sul giallo
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Non verrà archiviato il caso relativo alla morte di Dora Lagreca, la giovane 30enne di origini salernitane precipitata a Potenza dal quarto piano della palazzina dove abitava con il fidanzato Antonio Capasso, la notte tra l’8 e il 9 ottobre 2021.
Il gip del tribunale di Potenza, Salvatore Pignata, ha infatti accolto l’opposizione presentata dalla famiglia della ragazza alla richiesta di archiviazione delle indagini: altri otto mesi per continuare a cercare di ricostruire gli avvenimenti di quella tragica notte e a raccogliere eventuali prove.
Intanto, è stata disposta una perizia balistica che analizzi la traiettoria della caduta di Lagreca, per scoprire se possa essere stata frutto di una spinta o, comunque, forzata da terzi.
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Oltre a ciò, il gip ha anche chiesto una nuova consulenza medica, per appurare l’origine dei segni ritrovati sul corpo della giovane precipitata dal balcone completamente nuda, ossia per cercare di stabilire se siano o meno conseguenze della caduta.
È stata quindi accolta la richiesta presentata dalla famiglia di Dora, avanzata durante l’udienza dello scorso 18 maggio dall’avvocato Renivaldo Lagreca, che non ha mai creduto all’ipotesi del suicidio.
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Per la morte della ragazza originaria di Montesano sulla Marcellana, piccolo comune campano in provincia di Salerno, è indagato per istigazione al suicidio Antonio Capasso, fidanzato di Dora e con lei all’interno dell’appartamento di Via Di Giura quella notte.
"Non c'era alcuna sintomatologia che potesse far pensare a un suicidio”, è quanto continuano a ripetere da quasi due anni i familiari della giovane, da tutti descritta come una ragazza solare ed entusiasta all’idea di pianificare il futuro al fianco del compagno, con il quale era andata a convivere da pochi mesi, dopo essersi trasferita nel capoluogo lucano dove aveva trovato lavoro come assistente scolastica.
Ciò che emerge dalle testimonianze delle amiche è la presunta gelosia di Capasso: “Sapevamo che era tremendamente possessivo – ha raccontato una cara amica di Dora -. Quando si è fidanzata e dopo il trasferimento i nostri rapporti si sono allentati, mi aveva detto che era molto geloso”.
Potrebbe essere proprio la gelosia il motivo alla base della lite scoppiata tra i due quella notte, poco prima della fatale caduta della ragazza. Un litigio che sarebbe stato in seguito ridimensionato all’interno della testimonianza del fidanzato, ma sul quale gli inquirenti – tra le altre cose – continueranno a indagare per i prossimi otto mesi.