Morte Dora Lagreca, la sorella Michela: “Con Capasso nessun rapporto, ora dica cosa successe quella notte”
Sono trascorsi due anni e mezzo dalla morte di Dora Lagreca, la 30enne caduta dal quarto piano di una palazzina di via Di Giuria a Potenza, dove viveva con il fidanzato Antonio Capasso, unico indagato per istigazione al suicidio. La giovane precipitò nuda dalla mansarda del palazzo e il caso è ancora stato risolto:le indagini sono state protratte dopo una richiesta di archiviazione della Procura per suicidio e dopo che le perizie hanno evidenziato che la caduta della donna non è assimilabile a un gesto volontario.
"Da quella notte non abbiamo mai avuto dubbi, Dora non si è suicidata – ha spiegato Michela Lagreca, sorella della 30enne, in un'intervista al Corriere della Sera -. La nostra convinzione si è rafforzata anche grazie alle evidenze emerse dalle indagini. Dora era piena di vita e non ha mai, neppure lontanamente, pensato di togliersi la vita, tantomeno senza vestiti. Che senso avrebbe avuto?"
Secondo Michela Lagreca, i rapporti con l'allora fidanzato di Dora "erano inesistenti" a causa dei vari litigi con la 30enne. "Non lo ritenevamo un uomo adatto a lei. La faceva soffrire, di riflesso anche noi stavamo male. Aveva traumi e problemi pregressi non risolti che riversava in maniera ossessiva su Dora".
Secondo i familiari della 30enne originaria del Salernitano, quella notte tra i due vi sarebbe stato un litigio dalla dinamica non ancora chiara. "Solo lui potrebbe spiegarcela. Vorrei che raccontasse esattamente quello che è successo quella notte, la nostra famiglia merita di sapere. Stiamo vivendo un incubo a occhi aperti, ci resta solo la ricerca della verità".
"Siamo consapevoli dell'impegno del pm e dei carabinieri, sono state fatte una serie di indagini e sappiamo che non è semplice, ma questo impegno non deve dirsi concluso. L'inchiesta è partita dall'assunto che Dora si fosse suicidata, è un pregiudizio che ha influenzato tantissimo gli accertamenti. Dalle indagini integrative ci aspettiamo verità e logica".
Parenti e amici della 30enne non hanno mai abbandonato la ricerca della verità. "Crediamo non abbia scelto da sola il suo destino e ringraziamo i nostri legali e consulenti che ci supportano ogni giorno con serietà. Tutti sapevano quanto Dora amasse la vita e si impegnano ogni giorno per farle giustizia".