Riccardo Magherini è morto chiedendo aiuto mentre era bloccato a terra dai carabinieri, a Firenze. Questo è un fatto provato. A Riccardo Magherini il massaggio cardiaco è iniziato con le manette ai polsi perché i carabinieri non trovavano la chiave delle manette, anche questo è un fatto. E i carabinieri che in quel momento stavano sopra di lui non hanno permesso ai volontari dell'ambulanza di avvicinarsi a lui, pretendendo l'intervento di un medico e facendo passare altro tempo, mentre lui stava male, loro dicono di non essersi accorti che stesse così tanto male.
"Tutti i testimoni, erano sedici ma forse ne scordo qualcuno ed erano anche di più", racconta il fratello di Riccardo, Andrea Magherini, concordano sull'aver visto i calci a Riccardo già immobilizzato a terra. Qualcuno dice che li ha visti un po' sopra, qualcuno un po' sotto, alla fine i giudici hanno fatto la media e hanno detto: "I calci ci sono stati, i calci sono stati due". E Andrea mi chiede: "Ma mica avranno visto tutti gli stessi calci, no? E poi qualcuno è arrivato prima, qualcuno dopo, hanno visto i calci, il fatto è quello. I calci Riccardo li ha presi dai carabinieri che avrebbero dovuto salvarlo, questo è un fatto provato".
E ha ragione, Andrea. I carabinieri erano arrivati lì chiamati dai cittadini che avevano sentito una persona chiedere aiuto, e questa persona era Riccardo Magherini. "Quando arriva la prima pattuglia – continua Andrea – , Riccardo è in ginocchio. Lo trovano così, e quando lui li vede si alza per andare ad abbracciarli. Letteralmente abbracciarli perché erano arrivati, lui pensa, ora lo avrebbero aiutato". La situazione cambia quando arriva la seconda pattuglia, in zona, non chiamata da nessuno. Vogliono portarlo in questura, mettergli le manette. Riccardo era confuso, aveva già chiesto aiuto, in quel periodo aveva attacchi di panico, si era sentito male: "Non era un bel periodo per Riccardo, saltuariamente usava cocaina", racconta Andrea "quella sera Riccardo non si sentiva bene, ma è morto per un "male" diverso, causato da quelli che pensava venuti per aiutarlo. Questo è un fatto".
"E ora i carabinieri sono stati assolti perché il fatto non costituisce reato", racconta Andrea, mentre siamo in auto, parcheggiati sotto un albero, dopo cena, alla luce di una piccola telecamera. Ogni tanto ha gli occhi che brillano, poi continua a raccontare: "Significa che il fatto c'è stato ma non è reato. Cosa significa? Che si può praticare un fermo a terra a quel modo? Con un ginocchio sopra il collo di Riccardo, mentre lui – parola di un testimone – inizia a diventare viola, e poi soffoca? Per questo dico che è una sentenza politica. E lo dico con amarezza, perché noi la divisa abbiamo sempre imparato a rispettarla, nostro nonno era carabiniere, fu detenuto in un campo di concentramento dove mai se la tolse; e tornò a casa con trenta chili in meno ma sempre con quella divisa addosso".
La famiglia è in attesa delle motivazioni della Cassazione e poi decideranno cosa fare. L'idea, lo dice esplicitamente Andrea Magherini, potrebbe essere quella di ricorrere alla Corte Europea di Strasburgo.