Morte dell’orsa Amarena, il medico legale: “Non stava attaccando quando le hanno sparato”
Era su 4 zampe quando le hanno sparato. L'orsa Amarena, raggiunta e uccisa da un colpo di fucile, al momento dello sparo, era innocua. È quanto si legge nella relazione sulla necroscopia eseguita dal medico legale Rosario Fico, su richiesta del tribunale di Avezzano, e disposta per far luce sulla morte dell'orsa avvenuta la notte di giovedì 31 agosto, a San Benedetto dei Marsi, in provincia dell'Aquila.
A quanto pare, al momento della morte, l‘animale non era in posa d'attacco. A sparargli, con un fucile caricato con un proiettile calibro 12, sarebbe stato il proprietario dell'abitazione in cui il plantigrado era arrivato, forse attratto dal cibo. Si tratta di A.L., 56 anni, commerciante di San Benedetto dei Marsi, indagato per il reato 544bis del codice penale, che persegue chiunque procuri per crudeltà o senza necessità la morte di animali. L'indagato rischia dai 4 mesi ai 2 anni di reclusione.
L'uomo ha ammesso ai carabinieri forestali, di aver sparato all'orsa confessando di averlo fatto per paura. Da quando è avvenuto il fatto, il 56enne ha ricevuto numerose minacce di morte e tempo fa raccontava: "Non dormo e non mangio, non vivo più, ricevo in continuazione telefonate di morte, messaggi; hanno perfino chiamato mia madre 85enne, tutta la mia famiglia è sotto una gogna".
Una radiografia sull'animale ha inoltre confermato la morte per dissanguamento del plantigrado. Importante, per far luce sulle responsabilità, anche la relazione della perizia balistica del maggiore dell'Esercito italiano, Paride Minervini, che ha chiarito come il colpo ha raggiunto la spalla dell'orsa perforandole il polmone.
L'animale era considerato la mascotte di San Benedetto dei Marsi e del parco d'Abruzzo. Pochi giorni prima di essere ucciso era stato ripreso da una residente del posto mentre aspettava che i suoi cuccioli attraversassero la strada, per niente disturbato dalla piccola folla di persone che nel frattempo, armata di cellulare, ha iniziato a fare video e foto.
Per i piccoli, subito dopo l'uccisione dell'orsa, c'era stata grande apprensione: si temeva che senza la madre non sarebbero riusciti a sopravvivere. Invece, grazie all'intervento del Parco d'Abruzzo, Lazio e Molise, in poco tempo sono stati rintracciati e starebbero bene.